Josè Maria Callejon al termine di una partita disperata del Napoli piazza la chiesa azzurra al centro del villaggio. In una serata di grandi streghe, il Napoli stradominato dalla Roma, vince di rapina a dieci minuti dalla fine (1-0). Incredibile. La Roma del possesso-palla (61 per cento), del palleggio sontuoso, veloce, reattiva, padrona del gioco e del campo viene respinta tre volte dalle parate di Reina, ma continua a dominare, sente di avere in pugno la gara, il pareggio le basta per tenere a distanza il Napoli, ma ecco la sorpresa finale. Cross al bacio di Ghoulam e il piccolo Callejon sovrasta Romagnoli e di testa mette la palla sotto la traversa. Questo è il calcio, bellezza. Il Napoli offensivo, tutto brio e voli sulle ali, ripartenze micidiali, non ne azzecca una. Viene costretto a una pura partita difensiva, pressato dalla Roma in ogni zona del campo. Si salva come può.
Naufraga nel triangolo delle Bermude giallorosso (Nainggolan, Pjanic, Bastos), arriva tardi su ogni pallone, non sa se pressare o arretrare, sembra proprio in balia di una Roma superiore. Senza Jorginho (febbre) e Behrami (ginocchio infortunato), il Napoli va subito in balia della Roma. Non ci sono De Rossi, pilastro del congegno difensivo, e Totti, la genialità dell’attacco, e Garcia tira fuori dal cilindro una serie di trovate strategiche. Corsie sotto il controllo di Maicon e Bastos da un lato, di Florenzi e Romagnoli. Spenti Maggio, Callejon e Mertens. Centrocampo con Pjanic che fa girare la squadra. Gervinho è un falso “nueve”, non c’è Destro. Il Napoli ci capisce poco. Ma sono soprattutto le superiori giocate della Roma a tenerlo in scacco. Hamsik, Inler, Dzemaili galleggiano a centrocampo, pesci senza orientamento in un acquario. Come può cavarsela il Napoli? Se la cava con sofferenza, con la Roma che gioca molto ma raramente è cinica. In un modo o in un altro il Napoli resiste. Corre pericoli, ma resiste. Lo salva Reina. Ma è tutta una partita al rovescio. Mai visto il Napoli così dominato. Mai visto Benitez alzare le barricate. Altro che allenatore a senso unico, offensivo.
C’è da fermare la Roma che comanda, aggredisce, assedia. Ce la fa il Napoli, resiste incredibilmente, si tiene in piedi. La Roma gira la palla splendidamente, ma spesso non affonda. Garcia paga il peccato di non avere schierato un attaccante di ruolo (Destro solo dall’84’, a frittata fatta). Forse paga le eccessive trovate strategiche che snaturano la squadra. Ma è pur sempre una Roma padrona. Nessuno darebbe un euro per il Napoli di questa sera. Poi Callejon (decimo gol in campionato) arpiona la vittoria impossibile. La difesa della Roma è giocata. Una sola volta, ma è giocata. Si spengono le luci. Il professor Benitez lascia lo stadio sin prisa y con preiezza, il viso tinto e il passo del grande di Spagna. Rudi Garcia, con la sua faccia di legno intarsiata, perde partita e chitarra. Non è serata da poropompero. Al centro del villaggio c’è la chiesa azzurra.
FONTE Mimmo Carratelli per il Corriere dello Sport