Squadra che vince non si tocca, però si ritocca: la domenica con la Roma e al giovedì con il Porto, il lunedì con il Torino e poi tra una settimana per «giocarsi» i quarti di finale di Europa League, la Fiorentina in lontananza, il Catania un poco più in là e per chiudere il «pazzo» marzo anche la Juventus; ce n’è a sufficienza per interpellare il cuscino di Benitez e avanzare (legittima) domanda. Palla al centro e poi bisognerà pedalare, arrivare prima sul pallone, spingere, controllare ma anche osare: la testa, certo, però serviranno le gambe; e la dura legge del turn-over, a questo punto, è annunciata.
GLI ESTERNI. Il campionato ha un’importanza rilevante, però anche l’Europa League: ma rileggendo il tachimetro, e pur rivedendo ciò ch’è stato di recente, chi ha speso tanto, chi s’è dato come Maggio (che ieri dopo il torello e uscito senza più rientrare) ha la possibilità di rifiatare, per consentire a Réveillère di fare ciò che gli viene più naturale, dunque il laterale (basso) di destra. Poi è intuizione o anche il codice-Benitez: i centrali, in genere, sprecano meno energie degli altri; e Fernandez ed Albiol, entrambi, hanno avuto modo già di riposare; e Ghoulam sembra abbia muscoli d’acciaio, una sua predisposizione ad andare, a non fermarsi (quasi) mai.
IN MEDIANA. La certezza (e si fa per dire) è Behrami, che ha appena visto la Roma dalla tribuna, che ha dunque riacquisito quella freschezza utile per andare a far pressing su chiunque: ma il partner, stavolta, deve uscire dal ballottaggio tra Inler e Dzemaili ed in circostanze del genere, avendo anche necessità di avere geometrie, lo svizzero con origini turche ha qualche chanches in più di giocarsela.
OCCHIO. Le sorprese sono nell’aria e bisognerà interpellare i diretti interessati: Callejon ha saltato il Sassuolo, ma ha chiuso la sfida con la Roma con un accenno di crampi e comunque con la lingua in fuori; poi c’è Hamsik, che fisicamente non denuncia preoccupazioni (condizione atletica rassicurante) e che semmai ha soltanto bisogno di una iniezione di buona sorte per ritrovare compiutamente se stesso. L’intoccabile, sulla carta, è Mertens, un altro che s’è dato, che può tornare utile a Torino, che va tenuto arzillo come un ragazzino: sono tutti buoni per accomodarsi in panchina, in sintesi, e chi invece scalpita per prendersi la maglia ed anche un po’ di gloria è Lorenzino Insigne, al quale l’Europa dice benissimo (due reti al Borussia Dortmund, una allo Swansea). Davanti, inutile perdersi in ragionamenti, tocca ad Higuain, che si è tirato fuori (con il giallo rimediato contro il Genoa) appena dieci giorni fa, a Livorno e che dunque ha sommato pochissimo nelle ultime due gare.
MASCHERANO. Pensierino della sera, che poi è un pensierone: domani è un altro giorno e sarà buono per il mercato. Irruzione via etere di Salvatore Carmando su Kiss Kiss, e l’eco di ciò che svela – of couse – arriva ad Oporto: «Il Napoli è vicinissimo all’acquisto di Mascherano. Mi ha detto Maradona, in una cena a Roma, che De Laurentiis va considerato vicinissimo all’argentino che sa fare tutto, sia il centrocampista che il difensore». Il turn over sempre, tranne nelle idee che verranno, assai simili a quelle del passato: perché un Mascherano va sempre di moda.
FONTE Corriere dello Sport
Articolo modificato 13 Mar 2014 - 10:08