Un’annata sicuramente poco fortunata quella degli azzurri sul fronte infortuni, basti pensare a Marek Hamsik che dopo l’infortunio che l’ha tenuto ai box per quasi due mesi ancora stenta a ritrovare sè stesso, più da un punto di vista psicologico che fisico.
Ma c’è un reparto che è stato particolarmente falcidiato da defezioni di ogni tipo, come se la sorte avesse voluto accanirsi proprio in quella particolare zona del campo: parliamo dei terzini, indubbiamente un ruolo nevralgico per il modo di intendere il calcio di Benitez. Il problema accusato la scorsa notte da Christian Maggio, e che nella migliore delle ipotesi lo terrà fuori dai campi di gioco per 20 giorni, è solo l’ultimo di una serie che ormai rasenta lo sbalorditivo.
In principio fu proprio il terzino ex Samp a rimanere fuori per circa un mese a causa di un’operazione al ginocchio ad inizio stagione. Dopo il match dell’Emirates Stadium contro l’Arsenal ebbe inizio invece il calvario di Camilo Zuniga, i reiterati problemi al ginocchio destro lo costrinsero a fermarsi e fu necessario un intervento in artroscopia. Fin qui niente di anormale, se non fosse che il recupero del colombiano è stato a dir poco problematico, per lunghi tratti un vero e proprio mistero con il giocatore che è ritornato ad allenarsi in gruppo solo in questi giorni a distanza di sei mesi. Neanche Giandomenico Mesto è sopravvissuto a questa vera e propria strage, dopo un buonissimo inizio di stagione accompagnato da unanimi riconoscimenti nell’ambiente e in primis dal tecnico spagnolo (che ha premuto fortemente per il rinnovo) fu costretto a fermarsi agli inizi di novembre a causa di una rottura del legamento crociato anteriore. Anche il terzino pugliese è tornato solo recentemente in gruppo e scalpita per ritrovare la forma migliore.
Una situazione grottesca, che ha portato il Napoli ad intervenire sul mercato con gli acquisti di Revelliere e Ghoulam per tamponare queste continue defezioni nel reparto. Ora in seguito alle sfortunate vicende del numero 11 azzurro le fasce sono nuovamente in emergenza, potendo contare solo su due elementi in attesa del recupero degli infortunati. Una vera e propria maledizione che si spera possa abbandonare il San Paolo al più presto.
Edoardo Brancaccio