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Torino-Napoli è sfida tra fuoriclasse partenopei, scalpita Insigne

Lorenzo e Ciro sono due giovani campioni che, per un disegno del destino, da tre anni a questa parte non fanno altro che sognare insieme: prima a Pescara, dove nella stagione 2011-2012 hanno scritto la storia a furia di gol e colpi di talento; poi con l’Under 21, argento d’Europa in estate; e ora dinanzi a un armadio, guardando quasi con timore una valigia bella grande da riempire di vestiti leggeri e di una serie di maglie azzurro-Italia. Sì, Insigne e Immobile sognano, legittimamente, il Brasile e il Mondiale. E le aspirazioni sono legittime, dicevamo, perché in giro, come loro, non è che ce ne siano molti: giovani (napoletani), vincenti e soprattutto baciati dalla dea del calcio. Una coppia d’oro, un incastro perfetto di attaccanti nonché un bel duetto di amici. Amici veri che, dopo aver condiviso la Nazionale, domani si faranno la guerra – si fa per dire – da avversari di Torino-Napoli. E come si dice in questi casi, vinca il migliore: anche perché, poi, gli toccherà pagare la cena. «Pagherò io». «No, io». Qua la mano, amico mio: il patto è siglato. E per la prima volta ognuno farà di tutto per passare alla cassa.

SFIDA MUNDIAL. E allora, le belle storie del calcio. Quelle tutte sacrifici, sentimenti e sogni che vale la pena raccontare: diciamo la verità, le sorti degli azzurri e del Toro sono in prima fila nei rispettivi pensieri, però è anche vero che alla loro età, 22 (Lorenzo) e 24 anni (Ciro), la prospettiva del Mondiale in Brasile – con Brasile sottolineato dieci volte – paralizza al primo sguardo. Torino-Napoli Mundial? Bene, in bocca al lupo a entrambi: perché hanno talento da vendere; perché un biglietto dalla periferia a Rio vale una vita di calcio; e perché le favole, tutto sommato, sono state inventate per leggere il lieto fine.

GLI OBIETTIVI. In attesa, tra il lavoro intenso con i club e le notti che diventano sempre più lunghe, c’è una partita da giocare. Il campionato. Con cenni storici a cotè per spiegare chi e come: Insigne-Immobile, 46 gol in due a Pescara (28 Ciro, 18 Lorenzo), lo spettacolo vero e una storica promozione in A con Zeman. E ancora: 7 gol il primo e 9 il secondo, e l’Under 21 di Mangia perde in Israele la finale dell’Europeo con la Spagna. Mica male, no? «Sono contento di ritrovarlo in campo dopo averlo incontrato in Nazionale. All’andata era squalificato, sarà emozionante: insieme abbiamo vissuto un anno fantastico a Pescara», l’inaugurazione della sfida di Insigne, in occasione della presentazione della linea dei gioielli del Napoli griffati Chirico, andata in scena ieri. L’amicizia vera, le vacanze insieme e tanto altro ancora: tutto bellissimo, però niente sconti. «Sarà una partita difficile, lo sappiamo, ma noi vogliamo vincere. Crediamo nel secondo posto, e anzi dobbiamo fare bene in tutte le competizioni». E a livello personale? «Devo soltanto stare tranquillo, anche perché Napoli è la mia casa e voglio restarci più a lungo possibile, e lavorare al meglio fino alla fine della stagione per meritarmi la convocazione al Mondiale». Come volevasi dimostrare.

ANCORA INSIEME. E Immobile? Beh, il chiodo è fisso anche per lui. Soprattutto dopo la prima chiamata di Prandelli in occasione dell’ultima amichevole con la Spagna: una soddisfazione guadagnata a suon di gol (13 finora, 2 meno di Tevez) e di prestazione da uomo squadra. Grande stagione, quella di Ciro, attaccante di razza e giocatore ormai completo, maturo: non è più soltanto una bella speranza, lui è una splendida realtà. Un patrimonio dell’Italia azzurra. «Lavoro giorno per giorno per il Torino e per coltivare il sogno del Mondiale: spero di meritare anche io la convocazione? Sarebbe stupendo vivere con Lorenzo quest’avventura». Chissà. Nel frattempo, il campionato: stimolante il derby con Insigne, vero Immobile? «Beh, spero di rovinargli la giornata». Una risata e via. Qua la mano, amico mio.

FONTE Corriere dello Sport

Articolo modificato 16 Mar 2014 - 10:19

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Scritto da
redazione