La macchina da gol va, però stavolta (e volendo industriarsi a cercare un difettuccio) procede a ritmo cadenzato, come se un granellino di sabbia si fosse intrufolato nel motore, come se all’improvviso il meccanismo (perfetto) del passato avesse avvertito non la ruggine ma un pizzico d’usura. E’ il calcio del Terzo Millennio, che annebbia le idee e offusca gli schemi; ma forse c’è pure – e sì che c’è – un atteggiamento più «castigato» di avversari che occupano gli spazi, elevano densità e restano con un bel po’ di uomini al di là della linea del pallone. Il Napoli a trazione anteriore delle ultime cinque sfide (in campionato) è riuscito sempre a segnare, l’ha fatto sistematicamente però assai meno copiosamente che nel passato (recente, remoto) e il confronto statistico costituisce la radiografia d’una esistenza divenuta improvvisamente meno sfarzosa: due reti al Sassuolo, una al Genoa, al Livorno, alla Roma ed al Torino equivalgono ad una media di 1,2 gol a partita, distanza siderale dal 2,4 delle prime cinque sfide del campionato, quando Bologna, Atalanta, Chievo, Milan e Sassuolo vennero spazzate vie con una dozzina di ceffoni.
EUROPA. I numeri non mentono mai e persino in Champions, dunque con coefficienti di difficoltà indiscutibilmente superiori, al Napoli non è mai venuta meno la tendenza ad osare: dieci reti nelle sei gare di Champions, rimanendo all’asciutto soltanto a Londra, accontentandosi d’un acuto a Dortmund, poi andando oltre le previsioni tanto con il Borussia, che con l’Arsenal, che con l’Olympique. Però poi arriva il gelido inverno, si moltiplicano le partite e si riducono le energie, il «nemico» s’organizza e va a nascondersi dietro bunker muniti: non è stato semplice, anzi è risultato impossibile, riuscire a demolire le resistenze del Porto all’«Estadio do Dragao», un livello di allergia peraltro già avvertito al «Liberty Stadium» di Swansea: due compiti consegnati in bianco e nessuno l’avrebbe sospettato, rileggendo quelle cifre che spiegano il rallentamento e che però sottolineano anche la capacità della squadra di mandare in porta chiunque: cinque uomini diversi nelle ultime sei occasioni (in serie A), tra cui Dzemaili. C’è un Napoli che brilla pure oltre Higuain.
FONTE Corriere dello Sport
Articolo modificato 19 Mar 2014 - 10:21