L’approccio del Napoli era stato ottimo. Attento in difesa, grintoso a metà campo e sulle fasce (bene a destra il polivalente brasiliano Henrique), efficace in attacco, dove Pandev aveva risposto benissimo alla fiducia accordata da Benitez, segnando dopo soli 21’ e pareggiando i conti con il Porto. Poco dopo Higuain, autore dell’assist per il macedone, ha imbeccato Mertens che non è riuscito ad agganciare il pallone a pochi passi dalla porta difesa da Fabiano, sostituto dell’infortunato Helton.
Il Napoli ha fronteggiato con vigore la reazione del Porto e ha tentato di sfruttare i punti deboli degli avversari, già emersi nella partita d’andata, in particolare gli spazi concessi dalla difesa. Ma è cominciata una serie di errori sotto porta, da Higuain a Insigne: serviva maggiore lucidità sotto porta.
La serie di palle gol sprecate è stata decisiva perché gli azzurri hanno subito in questa fase il pareggio, firmato da Ghilas – appena entrato in campo – e costruito da Martinez, il campione colombiano che De Laurentiis avrebbe voluto acquistare nella scorsa estate. Il Napoli ha giocato bene, ma non ha segnato una seconda volta e il calcio ha regole elementari e spietate. Lunedì scorso a Torino i granata avevano colpito due pali, eppure sono stati affondati da Higuain al 90’. Gli azzurri hanno mollato sull’1-1 e infatti hanno subito il raddoppio di Quaresma, fino a quel momento impalpabile: i difensori sono rimasti a guardarlo, da brutte statuine. Nel finale il gol di Zapata ha evitato la sconfitta, non l’eliminazione. Agli azzurri sono rimasti gli applausi dei tifosi che hanno apprezzato l’impegno, anche se questa uscita di scena deve far riflettere. Aspettando la finale di Coppa Italia contro la Fiorentina, non è il caso di adoperare toni trionfalistici sulla stagione perché il Porto – indebolito in difesa – avrebbe potuto essere eliminato, contando sulla grandissima spinta del San Paolo e su importanti risorse tecniche.
Domenica arriva la Fiorentina e riparte la corsa al secondo posto e alla Champions: sarà dura, ma il Napoli deve lanciare un segnale forte perché tutto è ancora aperto. Intanto, il calcio italiano resta con una sola squadra, la capolista Juve, in Europa. In pochi giorni fuori Milan, Fiorentina e Napoli: un dato impietoso, l’ennesimo campanello d’allarme sulle condizioni di salute del calcio italiano.
Fonte: Il Mattino