Un occhio al campionato e l’altro al mercato, il Napoli punta Piszczek ed Aubameyang

E poi verranno altri giorni e saranno vibrazioni ed il profumo del mercato che stordisce: e poi verrà l’estate, e si procederà al raccolto, perché ciò che sarà domani va seminato ora o forse s’è già provveduto a ciò. E poi, mentre Catania avrà i suoi effetti, si provvederà a riveder se stessi, le letture quotidiane d’un calcio (quello tedesco) monitorato da un bel po’ e per certi versi portato a modello: perché pure lì, a Dortmund, è 4-2-3-1, ed è desiderio di spingersi avanti, possibilmente oltre; è un’idea stuzzicante da osservare con cura, pure per semplice curiosità. Però, intanto, meglio lanciare un’occhiata con qualche proprio inviato specialissimo che se ne sta qualche giorno lì, a dragar la Bundesliga.

FATTORE K. Si (ri)parte da là, fattore Klopp, un maestro ed analogie che si scorgono nel sistema di Benitez, un’educazione (tattica) che ha una sua incidenza, che contribuisce a formare: però quella è bottega di lusso, sono «orafi» e, per gradire, servono buone maniere, discrezione, riservatezza e pure cautela e rispetto. Per il momento è perlustrazione, ma trascorso il tempo e verificate le eventuali possibilità, si potrebbe procedere: il Napoli sa quel che vuole, e non c’è poi da scervellarsi per intuirne le aspirazioni, e sa benissimo che un esterno «basso» (magari destro) può tornare utile, almeno quanto un centrale davanti a Reina, un mediano di rottura e/o di costruzione e un (altro) attaccante.

DI CORSA. Si parte da destra, comunque da Dortmund, da Lukasz Piszczek (29 quasi), esterno di destra con un suo appeal, una forza della natura, disciplinato, uomo di spinta e capace di garantire la linea difensiva. Ha estimatori in tutta Europa, ha un contratto robusto e rassicurante (scadenza 2017) però, chissà: l’errore, in casi del genere, è pensare di essere al cospetto d’una trattativa; è semplicemente un modo per studiare eventuali rinforzi e Piszczek ha il fisico per quel ruolo.

FATTORE A. Eppure tornano, certi pensieri: perché sempre a Dortmund, sempre a lezione da Klopp, sempre con i tratti somatici giusti per spostarsi con Benitez, c’è Pierre Emerick Aubameyang, poco più d’un ragazzino (25 a giugno), attaccante moderno assai sul quale non servirebbero in realtà neanche relazioni, avendolo visto più e più volte Bigon, che con il Saint Etienne s’era pure portato il lavoro avanti. Il «nemico» è – chiaramente – il costo del lavoro: in Germania i parametri economici, a quei livelli, sono alti, ma questi sono i discorsi che appartengono alle fasi successive, perché allo stato attuale il Napoli ha semplicemente sistemato i propri pensieri in funzione dell’anno che verrà.

FATTORE V. Ma c’è un mercato «interno» che ha un suo valore mica irrilevante e l’eco di certe frasi arrivate dalla Spagna dà ulteriore spessore agli investimenti del passato: i dodici milioni di euro spesi per Edu Vargas (che intanto ha ancora 25 anni) cominciano a brillare, dopo le ombre d’un biennio sprecato tra l’Italia ed il Brasile, e l’affermazione della settimana scorsa di Juan Antonio Pizzi, allenatore del Valencia, ha praticamente il sapore d’una leggiadra plusvalenza: «Lui è dietro Messi e Ronaldo. L’ho visto giocare in vari campionati, è uno dei migliori al mondo. E’ prezioso avere uno come Vargas in questo momento». L’oro di Napoli pesa ancora…

FONTE Corriere dello Sport

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