L’esterno del Napoli Anthony Réveillère ha rilasciato una bella e lunga intervista al quotidiano francese l’Equipe, al quale racconta la sua avventura sotto l’ombra del Vesuvio svelando qualche retroscena particolare della trattativa che l’ha portato in azzurro. Ecco quanto tradotto ed evidenziato da SpazioNapoli.
“Anthony Réveillère guarda il tempo scorrere da una terrazza di un hotel a Castel Volturno, dove si trova la sede dell’allenamento del Napoli. L’8 novembre scorso, due giorni prima di compiere 34 anni, l’ex veterano del Lione si è rimesso in gioco prendendo in mano le redini della sua carriera unendosi alla terza forza della serie A, il Napoli, scacciando via le tante polemiche sui continui infortuni al ginocchio sinistro, le operazioni e la volontà di ricominciare tutto”.
“La trattativa con il Napoli è nata su Twitter: dopo aver scoperto che il Marsiglia non aveva intenzione di inserirmi in lista Champions ho pensato di cambiare aria e sono stato contattato da un agente italiano sul noto social network. In seguito ho brevemente parlato con Benitez: il suo francese era basico, il cellulare non prendeva bene ma ho ascoltato ciò che bastava per convincermi a trasferirmi subito. Quando sono arrivato in azzurro però, il tecnico mi ha detto di avermi scelto perché posso adattarmi bene sia a destra che a sinistra…mica potevo dirgli che non avevo la minima intenzione di giocare sulla fascia mancina! Alla mia età però è importante compiere delle scelte, che poi si sono rivelate vincenti. Sarei potuto approdare in qualche squadra di metà classifica francese ma ho puntato in alto ed alla qualità”.
“Adesso sto benissimo qui a Napoli, la città è splendida così me i tifosi e la squadra. E’ un posto che vive di calcio, quando si vince sono tutti contenti e sorridenti mentre quando si perde..beh, meglio non farsi vedere! Lavoro al meglio e senza sosta per regalare gioie ai nostri tifosi che ci sono sempre vicini. Ho le idee chiare, sto bene fisicamente e non mi pongo limiti. A Valencia ammiravo tantissimo Amedeo Carboni, un vero campione anche a 40 anni. Non capivo come facesse, le sue motivazioni: adesso invece è tutto chiaro”.
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