Play off di Eccellenza in Campania. Due squadre hanno un match decisivo. Giugliano e Virtus Volla. Il campo del Giugliano non è mai stato un campo semplice, la tifoseria è sempre stata al seguito della propria squadra e il clima non è mai stato freddo. Il Volla va a giocarsi la possibilità del play off senza paura e belli carichi. Entrambe le squadre sapevano di giocarsi qualcosa di importante davanti ai propri sostenitori ed entrambe sapevano che l’avrebbero fatto a testa alta e con l’orgoglio di chi gioca per pochi spiccioli. Forse. Al massimo avrebbe perso una partita di calcio. Tutt’al più sarebbero tornati a casa con il morale sotto i piedi, ma con la testa già al prossimo allenamento e partita. Se fosse andata male, ma proprio male, avrebbero subìto un’umiliazione in campo, l’avrebbero analizzata con il mister e, magari, qualche litigio con i compagni risolto nello spogliatoio a suon di “Colpa tua e non mia!”. Ecco. L’avrebbero presa così una sconfitta.
E, invece, la partita viene interrotta a suon di botte, sedie rotte sulla testa di giocatori, cazzotti, calci dietro la nuca, tanta paura e molta tristezza. Gli unici punti visti sono stati quelli di sutura. La ribalta è stata raggiunta a livello nazionale, ma non per il calcio giocato. Piuttosto per i calci che si sono dati tifosi e giocatori. L’obiettivo ad un certo punto è stato solo quello di guadagnare la via d’uscita per mettersi in salvo. Tutto è nato, pare, da un gesto di un giocatore del Volla diretto alla tifoseria avversaria. Quella di casa. E non pensate neanche per un momento: “Allora, grazie al cavolo! Se l’è cercata!”. Non colludete neanche per un secondo con questa logica di giustificazione, perché quello che s’è visto dopo, in campo, non ha nulla a che vedere con una reazione ad un gesto. Non ci provate minimamente. Perché, allora, immaginate se a Napoli-Roma, dopo lo sputo del signor Strootman verso la curva B, tutti i tifosi presenti fossero scesi in campo avessero cominciato a dare calci e pugni e divelto le porte, i sediolini. Il tutto con le forze dell’ordine ferme, senza muovere un dito, solo piccoli gesti delle mani che cercavano di dire: “Mi raccomando, non vi fate male!”, mentre un calciatore se ne torna con un taglio alla nuca, un dirigente e un commissario di campo sono accompagnati in ospedale per un malore. Immaginate se, dopo lo sputo di Strootman, di un solo giocatore, stupido quanto si vuole e sleale come pochi, il campo del San Paolo si fosse trasformato in un campo di battaglia, le telecamere delle pay per view pronte a fornire agli inquirenti le immagini della violenza, arresti e processi per direttissima di tifosi napoletani, partita sospesa e, immaginiamo, persa a tavolino per gli azzurri, la richiesta del ritiro dal campionato della squadra la cui tifoseria è impazzita ed ha aggredito gli avversari, cioè il ritiro dal campionato del Napoli.
Ecco. Adesso riportate il tutto a due squadre di un campionato di Eccellenza, su un campo di provincia, con due società che fanno già tanti sacrifici per andare avanti e con giocatori che hanno messo da parte illusioni da serie A e si sono accontentati di una passione diventata un lavoro. Forse.
Pensate ancora che quel giocatore, quella squadra, quella società e quella tifoseria se la siano cercata?! Pensate ancora che la reazione dei tifosi di casa sia giustificata?! Se si, vi suggerirei di guardare la prossima partita del Napoli seduti sul divano di casa e con una flebo di camomilla.