I paragoni con il passato sono sempre insidiosi, specialmente quando qualcuno, Walter Mazzarri nello specifico, ha ottenuto grandi risultati da queste parti, oscurati solo in parte da un addio che non è stato dei migliori; ma nei raffronti i giudici sono sempre e comunque i numeri, cifre che sono indubbiamente dalla parte di Rafa Benitez e di un progetto che nonostante qualche battuta d’arresto dimostra la propria crescita ed ampi margini di miglioramento.
Il primo metro di paragone non può che essere la stagione 2011/2012, quella del ritorno in Champions League dopo oltre vent’anni, la prima e unica edizione della coppa dalle grandi orecchie disputata dal tecnico livornese ad oggi. Il Napoli quell’anno chiuse la stagione a 61 punti, quinto e distante 3 punti dall’Udinese di Guidolin che ottenne l’accesso ai preliminari di Champions a discapito della Lazio di Reja. Benitez e i suoi ragazzi hanno già raggiunto questa quota punti alla 30a giornata, con altre 8 partite da disputare e ipotecando la terza piazza, nutrendo ancora una minima speranza di accesso diretto alla massima competizione europea. Dimostrazione di quanto l’aria sia cambiata dalle parti di Castel Volturno, indubbiamente in quanto a investimenti e monte ingaggi, ma anche come atteggiamento nei confronti di ogni competizione, la svolta voluta dalla società è tangibile e richiede solo una messa a punto. Ciò, quindi, non significa che la crescita debba arrestarsi, questa stagione dimostra che c’è ben poco da adagiarsi sugli allori, ma il cambio di rotta c’è ed è palese.
Restando ai numeri, con la vittoria di Catania, Benitez ha eguagliato il record di vittorie in trasferta, anche questo appannaggio del Napoli di Mazzarri, e con altre 4 sfide da disputare. Nove vittorie lontano dal catino di Fuorigrotta, con la differenza che con Mazzarri furono colte in due stagioni, 2010-2011 e 2012-2013, in cui le attenzioni azzurre erano rivolte esclusivamente al campionato.
Postilla non da poco, il Napoli non ha mai battuto la Juventus in campionato da quando Antonio Conte siede sulla panchina bianconera, altro tabù che il tecnico madrileno è pronto a sfatare con il sostegno del proprio pubblico.
Edoardo Brancaccio
RIPRODUZIONE RISERVATA