Napoli-Juventus, tutta la verità su mercato, spese e fatturato

Più che due strateghi, sembravano due ragionieri: Benitez a dissertare di fatturato, sottolineando la disparità di forze in campo rispetto alla Juve e Conte impegnato a calcolare gli investimenti sul mercato, rinfacciando a Rafa di aver speso 100 milioni per poi ripiegare sulla Coppa Italia. Napoli-Juve è diventata così la guerra delle cifre: tu fatturi di più, sì, ma tu hai speso di più sul mercato. Proviamo a mettere un po’ d’ordine tra ricavi, investimenti sul mercato e monte ingaggi, allargando il discorso alle altre cinque big del campionato italiano e rapportando tutto al contesto europeo.

JUVE REGINA. Che la Juve sia la regina anche in termini di fatturato è un dato di fatto: ha chiuso l’esercizio al 30 giugno 2013 a 283,8 milioni, come da bilancio approvato dal CdA bianconero. Ed è ovviamente la prima delle italiane nella Top 20 di Football Money League 2014, il report sul calcio europeo stilato come ogni anno dalla Deloitte, con un risultato di 272,4 milioni. Da dove nasce la differenza? Subito la premessa metodologica: per poter comparare i bilanci dei club europei, la Deloitte aggrega i ricavi in tre grandi categorie (botteghino, diritti tv e attività commerciali) escludendo dal calcolo alcune voci come le plusvalenze, per esempio. A spingere in su i ricavi della Juve, in ogni caso, la Champions (con la performance record legata al market pool), quella che il Napoli non ha avuto nella scorsa stagione: in classifica gli azzurri sono al 22° posto con 116,4 milioni di euro. Molto meno della metà rispetto ai bianconeri: è un salto dimensionale notevole.

NAPOLI INVESTE. «Il Napoli ha speso 100 milioni», ha ripetuto più volte Conte. Vero: in estate ha acquistato giocatori per 83,5 milioni di euro più 1,5 di bonus, quindi 85; a gennaio ne ha spesi quasi 15 per Jorginho, Ghoulam, Henrique e mezzo Andujar (rimasto a Catania), il totale fa 100. Però, per confrontare gli investimenti dei club, conta la differenza tra soldi spesi e quelli incassati, il saldo di mercato insomma. Come hanno approcciato le sette società più importanti questo campionato? Torniamo al 2 settembre: per il Napoli il saldo è -17,4 milioni, per la Juve -10,45 milioni, con Tevez e Ogbonna principali investimenti a fronte di cessioni come quelle di Giaccherini e Matri. Evidenziando che l’Inter è quella che ha investito di più (-30,65 milioni), per capire la differenza tra volume degli acquisti e investimento è emblematico il caso della Roma: in estate ha comprato giocatori per 66,64 milioni, ma ne ha venduti per oltre novanta, chiudendo addirittura il mercato in positivo di 24,46 milioni. Tornando a Napoli e Juve, la differenza negli investimenti tra i due club nasce non tanto in estate quanto a gennaio, quando la Juve ha preso Osvaldo in prestito.

MONTE INGAGGI. Il Napoli ha investito di più. Ma questa Juve ha costi di gestione più alti rispetto alla squadra di Benitez: all’inizio della stagione il monte ingaggi (lordo) era di circa 100 milioni per i bianconeri contro i 65 degli azzurri. I bonus che renderanno più pesanti le buste paga degli uomini di Conte, ad ogni modo, saranno tutti ampiamente coperti da quello che i risultati porteranno nelle casse della Juve. Il Napoli ha investito di più nei cartellini, è vero, però la linea di De Laurentiis è stata chiara: non andava alterata la struttura dei costi. Alla Juve il tetto salariale resta invariato, però tra rinnovi (Vidal, poi toccherà a Pogba) e parametri zero (Llorente è arrivato gratis, ma con un ingaggio da 4,5 milioni) aumenta il numero di stipendi che si avvicinano a quella soglia. Com’è giusto e inevitabile che sia quando un gruppo continua a vincere.

FONTE Corriere dello Sport

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