Affarone, signori. Di quelli che neanche il Real Madrid immaginava, evidentemente: perché se a luglio il Napoli ha pagato il cartellino di José Maria Callejon otto milioni e ottocentomila euro, e se per un’ipotesi assurda domani mattina volesse rivenderlo, ci ricaverebbe almeno il triplo. Si, valore triplicato. Ma la cosa più bella è che non è sul mercato: intoccabile; incedibile; non si muove, non si vende e non si tratta. E la risposta è pronta a essere ripetuta in tutte le lingue del mondo del calcio che conta: sorry, pardon o lo siento, poco importa, il dato tangibile è che Rafa punta su di lui per vincere e lui punta sul Napoli per l’identica ragione. «L’obiettivo è competere per lo scudetto con la Juve il prossimo anno». Sentito? E’ Callejon a tirarsi fuori dal mercato. Meglio di così.
UN CAMPIONE. E allora, il racconto di uno che a Madrid era considerato una seconda linea (ottima) e che invece a Napoli la fa da padrone. Presupposto di partenza: il campo del San Paolo è grande quanto il Bernabeu e dunque Calleti avrebbe potuto recitare con continuità da protagonista anche con il Real, però il calcio è un mondo pieno di lati oscuri e la storia è andata così. Pace. Fatto sta che Benitez ha portato in azzurro un uomo ovunque di grandissimo spessore tecnico, atletico e tattico: la resistenza del maratoneta, lo scatto del velocista, la grinta dell’irriducibile, il tocco del campione, il tiro del cannoniere di razza, la duttilità del jolly, l’intelligenza portentosa. Ha tutto, davvero tutto. Filosofia e realismo compresi: «Io in Nazionale? Ci spero, andare al Mondiale sarebbe un sogno. Però so anche di essere capitato in un periodo in cui la Spagna può contare su grandi fuoriclasse». In mezzo ai quali farebbe la sua figura. Garantito.
CENTROCAMPISTA GOLEADOR. In attesa che il mistero delle sue mancate convocazioni si concluda, il trequartista andaluso vede l’ideale traguardo dei 20 gol fissato da Rafa – traguardo dichiarato a sua insaputa e che, per sua ammissione, lo fece anche incavolare – sempre più vicino. Calcoli alla mano, sono tre i passi che gli mancano per fare felice il suo mentore e per sorprendere anche se stesso: fino a oggi, anzi a domenica, Callejon ha realizzato 17 gol. Di cui 2 in Champions, 3 in Coppa Italia e 12 in campionato: un dato, quello griffato in Serie A, che lo catapulta in vetta alla classifica dei centrocampisti (d’attacco) insieme con Cerci. A sei reti dal capocannoniere Tevez e a due da Higuain. Bella la vita lassù.
IL SESTO SENSO. Bella la vita in genere, a Napoli: ha trovato la sua dimensione, la serenità e, pochi dubbi in merito, la definitiva consacrazione. Certo, il Real ha un fascino stratosferico, magari unico per uno spagnolo cresciuto anche nella cantera blanca, ma la passione del popolo azzurro e l’ambizione del club sono la garanzia sulla bontà della sua scelta: «Sono venuto per vincere». Lo dice, lo ripete e poi ancora. E l’aspetto curioso è che sembra sia dotato di un sesto senso che gli fa dichiarare cose che poi diventano realtà: «Vorrei segnare un gol decisivo con la Juve», l’ultima perla. Detto, fatto. Vamos a ganar.
UOMO SCUDETTO. Bene, insomma, non resta che continuare a giocare per gli ultimi obiettivi con la solita verve: nel mirino ci sono la Champions, la Coppa Italia e la foto-ricordo per il ventesimo centro stagionale; nel cassetto, invece, il sogno Nazionale-Mondiale. Al resto ci penserà il Napoli: perché il signor affarone, giova ripeterlo acquistato per otto milioni e ottocentomila euro e oggi titolare di un valore triplicato, attenderà con ansia l’estate per scoprire il mercato. Quello degli altri: lui non si muove, questo è ovvio, ma De Laurentiis ha annunciato una campagna da scudetto. Che da Callejon non può proprio prescindere.
FONTE Corriere dello Sport