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Higuain vuole continuare a stupire con i suoi gol

L’ELENCO – E allora, la maratona di Gonzalo: 14 le reti collezionate finora in campionato e l’obiettivo del quindicesimo centro (almeno) nel mirino. L’ultima gioia? A Torino con il Toro, il 17 marzo, venti giorni fa (oggi): un graffio da tre punti che rilanciò la corsa al secondo posto del Napoli, dopo la precedente vittoria con la Roma. Poi, la sfortunata sosta ai box con la Fiorentina, la panchina con il Catania e il rientro in grande stile con la Juve: totale, tre partite senza gol in campionato; quattro se si considera anche il ritorno di Europa League con il Porto al San Paolo. Una parentesi ristretta, di spazio e di tempo, però lui è Higuain e tutti pendono dalle sue labbra: è la vita del campione. Del fuoriclasse.
CHE CRACK – Sì, inutile girarci intorno: un fior fior di giocatore, il Pipita. Uno che, d’accordo la pausa realizzativa, in campo lascia l’anima sempre e comunque. Umile quanto bravo, lui; irriducibile uomo squadra che corre, pressa, raddoppia e si sacrifica come pochissimi altri centravanti di razza pura. Gonzalo, come dicono dalle sue parti, è il vero crack, il vero acquisto da copertina, passerella e mitragliata di flash. Numeri: 21 i gol del suo carnet stagionale, considerando anche quelli della Champions (4, record personale), dell’Europa League (1) e della Coppa Italia (2). Firme d’autore in tutte le competizioni disputate e prestazioni di altissimo livello. Il simbolo del suo modo di essere attaccante? Il numero degli assist serviti ai compagni: 11, finora, di cui 7 in campionato. Intelligenza calcistica superiore.
L’IDOLO – E ora, il finale di stagione con vista sul Mondiale. Con ordine: in Argentina si comincia ovviamente a parlare della lista del C.t. Sabella per il Brasile, ma tra i dubbi lui, Higuain, è una certezza (come Fernandez). Ottima spinta, no? In azzurro, invece, oltre alla difficile impresa del secondo posto, il Pipita proverà sia a migliorare le proprie statistiche, sia a centrare gli obiettivi della Coppa Italia e del record di punti in A della storia del club. Il viatico? La fatica, certo, e i gol. Le sue prodezze, le sue giocate, magari a cominciare da oggi a Parma. Sotto gli occhi di Crespo, l’idolo di un bambino di ieri con il sangue dei colori del River Plate. Sono emozioni. Anche per un uomo di 26 anni.
Fonte: Corriere dello Sport

Articolo modificato 6 Apr 2014 - 11:03

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Scritto da
redazione