Cambia pelle Napoli.
Questa squadra, nonostante il terzo posto e a + 17 dalla capolista, avrà un po’ di record da raccontare: mai nella sua storia si è trovata ad avere un forte equilibrio tra le gare vinte in casa e quelle vinte in trasferta.
Dati alla mano, 34 sono i punti fatti al San Paolo, 30 sugli altri campi. Benitez ha “giustificato” prontamente questi numeri sottolineando che la sua è una squadra che pensa solo a vincere, quindi, guardando l’altro lato della medaglia, si è rammaricato per i troppi punti persi a Napoli.
Si può e si deve migliorare. È una squadra nuova, costruita e plasmata da un allenatore convinto delle sue idee, il quale continua a lavorare superando le critiche che (ovviamente) qualcuno in malafede gli aveva inflitto. Le piccole sono una vera e propria bestia nera per gli azzurri: da Mazzarri allo spagnolo la tradizione si è tramandata ma dal prossimo anno non ci saranno scuse, bisogna scendere con la stessa mentalità e fame di vittoria che li contraddistingue nei cosiddetti “big match”.
Ben 17 i punti buttati a causa di prestazioni mediocri contro le squadre di media e bassa classifica. Esattamente i punti che li separano dalla vetta. E se tale differenza domenica non si è vista contro la Juventus, il gap si è sicuramente palesato in questi match. Una risposta, dunque, esiste.
Il motivo principale che divide la squadra di Conte da quella di Benitez è la voglia di vincere, che c’è in entrambe ma il Napoli a volte è sceso in campo già a pancia piena e, ovviamente, sono tornati a casa a mani vuote.
Stasera sfideranno il Parma, ennesima prova di crescita. La squadra di Donadoni è reduce da tre sconfitte consecutive e ha il coltello tra i denti. Fra qualche ora vedremo chi ha più voglia di festeggiare i tre punti e conquistare un altro record, nel bene o nel male.