Nei bei momenti è uno dei primi ad essere dimenticato, in quelli difficili è invece colui che sale subito sul banco degli imputati. E’ molto dura la vita dell’allenatore di calcio ancor più a Napoli, una splendida piazza che vive di calcio e che segue sempre in prima persona le sorti della propria squadra azzurra, ereditandone umori, pressioni ed ambizioni. Dal 27 maggio scorso a sedere sulla panchina sotto l’ombra del Vesuvio è Rafa Benitez, un personaggio completamente diverso ed alquanto rivoluzionario rispetto ai tecnici che si sono susseguiti nell’era De Laurentiis e che ha portato una ventata di rinnovamento e cambiamento in tutto il club a trecentosessanta gradi. Non solo ha mutato modulo rispetto a quello mazzarriano ma anche gran parte delle forze a disposizione, predisponendo una rosa più internazionale, invertendo gerarchie e metodo di lavoro. Princìpi cardini che richiedono tempo per essere attuati ed assimilati ma che, una volta entrati nella quotidianità dei protagonisti, assicurano grandi risultati. Nonostante una stagione che già da ora resta soddisfacente con una finale di Coppa Italia ancora da giocare, molti tifosi ad ogni sconfitta rinnovano una domanda, che puntualmente riecheggia nell’ambiente partenopeo: “Benitez è l’allenatore giusto per il Napoli?” La risposta è senza dubbio si ed adesso vi spiego il perché.
L’ESPERIENZA. Per puntare in alto, è indubbio fare affidamento su un tecnico che sa come vincere ed in particolar modo come gestire squadre di caratura internazionale con tanti top player in rosa. Valencia, Liverpool e Chelsea sono solo alcune delle squadre che Benitez ha allenato conseguendo ottimi risultati, tra i quali una Champions, l’Europa League, la Supercoppa europea, una Coppa d’Inghilterra ed un mondiale per club. Il metodo dello spagnolo è senza dubbio positivo, nonostante risulti atipico rispetto al calcio italiano: niente ritiri punitivi, due giorni di relax per i giocatori dopo i match di campionato per dedicarsi alla famiglia e ricaricare le pile, confronti seri e decisi ma pacati. Per raggiungere importanti traguardi, ancor più se a livello internazionale infatti, serve tempo e pazienza, sia per formare una squadra che possa rispecchiare al meglio il suo modo di vedere il calcio che per trasferire alla rosa tattica e modulo, acquisendo la giusta maturità per non sbagliare e non lasciare nulla al caso.
GARANZIA PER IL MERCATO. Nelle trattative più importanti dello scorso mercato estivo, Benitez è stato fondamentale. Spesso è bastata una telefonata per convincere indiscussi campioni ad accettare il progetto azzurro, garantendo una programmazione seria ed ambiziosa. Dove c’è Rafa c’è serietà, voglia di crescere e soprattutto di vincere, anche a livello internazionale. Non è una novità che stia già in contatto con i vari Skrtel e Mascherano per una sterzata ancora più importante nella prossima sessione di mercato, quella decisiva per il futuro.
LA CLASSE. Don Rafè, così come lo chiamano i tifosi, è un mix di genuinità, stile inconfondibile, simpatia, preparazione, umiltà e conoscenza. Con il suo palmares potrebbe comportarsi alla stregua di uno “Special One” eppure ha sempre smorzato ogni tipo di polemica, mantenendo un profilo basso ma sempre a testa alta contro tutto e tutti, non cozzando mai con la società. Il suo motto è ‘sin prisa pero sin pausa’ e rispecchia a pieno il suo savoir faire: le conferenze stampa a Castel Volturno sono piccole lezioni di vita, di tattica e di calcio, rapportandosi a giocatori ed addetti ai lavori sempre con il sorriso e con grande disponibilità. Elemento da non sottovalutare poi, non cerca mai alibi: se il Napoli ha giocato male lo dice, se ha giocato bene si complimenta ma volta subito pagina. In entrambi i casi infatti, “c’è ancora molto da lavorare“.
L’EMPATIA. La Spagna si sa, assomiglia molto al Sud dell’Italia, calda e con gente accogliente, sorridente e disponibile. Appena arrivato a Napoli, Benitez non ha fatto mistero di sentirsi subito a casa: l’affetto ed il calore dei tifosi, le meraviglie paesaggistiche e culturali, la voglia di non abbattersi mai e di reagire ad ogni difficoltà. Il progetto del club di De Laurentiis invece, gli ricorda il suo Liverpool, con il quale ha trascorso forse la parentesi più intensa della sua carriera. In Inghilterra ha instaurato un rapporto profondo con la città e con tutti i suoi giocatori, definendola come la sua vera casa. Non è un mistero che la sua famiglia viva ancora lì, nonostante venga spesso a Napoli a godersi la città ed un allenatore-marito e padre impegnatissimo. La gente lo ama e lo rispetta, lui ricambia con affetto e promette di arrivare lontano insieme alla squadra che sta plasmando per un futuro sempre più importante.
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Articolo modificato 9 Apr 2014 - 12:07