Gli umori, le emozioni, le gioie e le delusioni, spesso cocenti: come cambia la vita e l’umore di una piazza, anche in tempi brevissimi. L’esaltazione per una vittoria che lascia spazio alla delusione e, in casi estremi, addirittura all’indignazione. Domenica al San Paolo va in scena Napoli – Lazio, sfida delicata sul campo per il raggiungimento degli obiettivi europei per entrambe le squadre, ma che mette di fronte anche due tifoserie, due città che vivono per il calcio e che per quest’ultimo cambiano gli animi in un batter d’occhio.
UNA STORIA TUTTA ITALIANA – “Partiamo dagli ospiti” dicono i maggiori telecronisti nazionali. La Lazio sta affrontando il finale di campionato senza il supporto del suo pubblico, fattore importante negli anni precedenti ma da questa stagione primo avversario degli uomini di Reja. Odio e contestazione non verso la squadra ma verso Claudio Lotito, uomo solo al comando e accusato dai fedelissimi biancocelesti di non voler vedere l’aquila laziale volare alta sopra i cieli d’Italia e d’Europa. Scelte discutibili, esoneri e giocatori messi fuori rosa (situazione che Pandev ha vissuto), hanno fatto perdere le staffe alla tifoseria che ha manifestato il suo dissenso verso la più alta carica della società dopo il mercato di gennaio e la cessione di Hernanes, rimpiazzata dall’arrivo di Kakuta. Striscioni, fiaccolate e marce di protesta contro chi, a detta dei tifosi, sta distruggendo la storia della Lazio e non ha intenzione di mollare nemmeno un centimetro anzi, vuole continuare il percorso iniziato nel lontano 2004. Così, i gruppi organizzati del tifo biancoceleste, hanno deciso di abbandonare la squadra al proprio destino proprio nel momento clou della stagione, quando la corsa all’Europa League si deciderà all’ultimo minuto.
SOGNI E CONTESTAZIONI – Tutt’altra situazione invece si vive a Napoli dove nemmeno i grandi risultati raggiunti negli ultimi anni hanno esentato Aurelio De Laurentiis dal vortice della critica e, in parte, della contestazione. Un escalation da sogno quella partenopea, partita dalla C fino ad arrivare con regolarità in Europa, in quella Coppa dei Campioni che quest’anno ha rappresentato una delle delusioni più cocenti per Higuain e compagni. Ma non è stata l’eliminazione dalla Champions a scatenare il malcontento del popolo partenopeo. I 20 punti dalla Juventus dopo l’obiettivo Scudetto proclamato in estate e i tanti punti persi con le piccole hanno fatto arrabbiare e non poco l’ambiente napoletano, bramoso di trionfare sia in Italia che in Europa dopo tanti anni di digiuno. Le contestazioni, anche se pronunciate solo da alcuni spicchi dello stadio, hanno però scatenato l’insofferenza del pubblico azzurro, deluso dal vedere la Juve vincere e il proprio Napoli troppo lontano per fermare l’egemonia bianconera. Un nervosismo che si è annidato anche in Aurelio De Laurentiis e che gli ha fatto perdere la testa subito dopo Parma – Napoli, con un gesto che ha fatto il giro d’Italia e del mondo. La Coppa Italia resta un obiettivo sempre più di vitale importanza per programmare con calma il futuro in piena sintonia con squadra e tifosi. Perchè da sempre il tifo è stato il segreto del Napoli vincente, perchè con il dodicesimo uomo in campo, al San Paolo, niente è impossibile.
Sabato Romeo
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Articolo modificato 10 Apr 2014 - 18:55