IL MESSAGGIO – La verità è pure imbalsamata nella privacy, ma stavolta non c’è granché da tutelare: perché ormai ci siamo, questione di ore, e magari il campo, soprattutto il campo, servirà per rimuovere gli ultimi dubbi e quel cumolo d’incertezze che hanno rinviato un rientro annunciato ma non troppo. Eccolo, è pronto, macché, ha il ginocchio che gli si gonfia, si sta allenando, corre, rallenta, accelera. Poi è comparso Benitez, ha sparso un altro po’ di “trasparenza”, e s’è intuito che bisogna andarci cauti: “Sappiamo, con il nostro staff, ciò che serve e come va riportato ai suoi livelli: non ha ancora il ritmo per essere inserito nei convocati”. Però l’Arsenal è lontanissimo e Zuniga s’è perso nei ricordi.
COINCIDENZA – A pensar male si fa peccato, diamine: ma la mattina in cui sta per spalancarsi l’Emirates, Juan Camilo Zuniga ha appena rinnovato, cinque anni (circa) ad una cifra blu, ciò che serve per spazzar via qualsiasi perplessità sulla Juventus alla quale s’era ormai negato danzando – al san Paolo – al ritmo di “chi non salta….”. Pure quello fu un colpo di scena: per le modalità un po’ pittoresche, per la scelta di esprimersi in pubblico con atteggiamento vagamente diverso da ciò che aveva appena mostrato nel promettersi alla «Vecchia Signora», per una manifestazione talmente pubblica da divenire l’indiscutibile scelta di vita del momento. La firma o la necessità di andare sotto ai ferri però quasi si mischiano, diventano tutt’uno, perché il tweet che annuncia il rinnovo di Zuniga è del primo ottobre e la sua ultima partita con la maglia azzurra pure.
COUNT DOWN – Il rischio, ormai, è di restare impigliati in previsioni che non assicurano sicurezze: ma l’ultimo Zuniga, quello che s’è intravisto da lontano, tra le maglie della rete protettiva, pare (pare!) abbia riattivato il motore. Udinese-Napoli, chissà: nell’uovo c’è sempre una sorpresa, piaccia o no…