Mertens ed Insigne, due talenti complementari a caccia di fiducia e conferme

Nel calcio i paragoni sono facile merce di scambio, ancor più quando si prendono in considerazione due giocatori che militano nella stessa squadra e dalle caratteristiche apparentemente similari. Ancor più spesso però, questi finiscono per svilire e banalizzare le parti ed i giudizi di che ne derivano, spesso influenzati dal gusto personale, dall’andamento della stagione e, nel caso di finalizzatori, in base a quante reti realizzano. E’ proprio questo il caso di Dries Mertens e Lorenzo Insigne, in ballottaggio dall’inizio della stagione e frequentemente messi a confronto da addetti ai lavori e tifosi, seppur abbiano vissuti e caratteristiche in realtà molto diversi.

In particolar modo dopo gli ultimi match, numerosi sostenitori partenopei hanno giustamente osannato l’ala belga a discapito di un meno maturo e più fumoso scugnizzo partenopeo, con quest’ultimo che va comunque preservato come patrimonio della napoletanità sia in maglia azzurra che nel calcio italiano. Lorenzo non ha un carattere semplice e l’ha dimostrato con la reazione ai fischi del “San Paolo” dopo una prestazione non troppo convincente in Coppa Italia contro la Lazio ma ha solo 22 anni e paga lo scotto di un ragazzo costretto a dover crescere troppo in fretta, assumendosi ricche e pesanti responsabilità. Mertens di candeline ne spegnerà a breve 27 ed ha un temperamento completamente diverso: carattere forte ed a tratti spavaldo dietro l’apparenza di un giovanotto vergognoso e timido, che in campo si conferma un leone, conoscendo i propri limiti e lavorando a sodo per superarli. Sono tante le differenze tra i due giocatori, che tirando le somme, restano complementari ed ancora alquanto imparagonabili.

IL FOLLETTO BELGA. Otto reti in campionato ed una in Coppa Italia: il primo anno italiano con la casacca azzurra di Dries Mertens al momento è sicuramente da ricordare. Lo amano già i tifosi che, dopo un inizio in salita trovando poco spazio nell’undici titolare, gli hanno dato fiducia così come Benitez che ne ha fatto poco a poco un titolare inamovibile della sua rosa. Classe e qualità al servizio dei compagni, ha spesso risolto match difficili, così come avvenuto nel passato più recente contro Sampdoria, Juventus e Lazio, con reti non solo importanti ma anche bellissime. Anche contro i capitolini domenica al “San Paolo” ha palesato le sue migliori qualità tra le quali velocità, tiro preciso e forte, impostazione nella manovra, pressing, visione di gioco a trecentosessanta gradi, assist e calci da fermo, ripiego sulla mediana, confermandosi una vera spina nel fianco degli avversari. Dulcis in fundo, è suo il fallo subìto in occasione del rigore trasformato da Higuain contro la Lazio, che ha spianato la strada non solo del rimontone azzurro ma anche della tripletta dell’argentino.

LO SCUGNIZZO DOC. Lorenzo Insigne è alla sua seconda stagione in maglia azzurra, con la quale ha vissuto sicuramente tanti alti e bassi. Da sempre amato dal suo pubblico, è tornato al club di De Laurentiis dopo l’addio di Lavezzi, con l’arduo compito di far dimenticare l’estro e la fantasia dell’argentino. In parte ci è riuscito seppur non esprimendosi mai al massimo, regalando però ai propri sostenitori perle indimenticabili, come lo splendido gol su punizione alla prima casalinga in Champions League contro il Borussia Dortmund. Abituato agli schemi di Mazzarri, ha imparato ad agire sulle ali pur ripiegando in difesa, a supporto in contemporanea della mediana e di Higuain unica punta. Al contempo ha imparato anche a sacrificarsi per la squadra ed ad avere una visione di gioco altruistica, dispensando cross, assist e provando molto spesso il famoso tiro a giro che spesso però, non riesce. E’ sicuramente un giocatore diverso rispetto a Mertens, del quale dovrebbe si apprendere temperamento e concretezza, peccando in completezza ed esperienza.

AMICI DENTRO E FUORI DAL CAMPO. Il dualismo che tra loro c’era all’inizio è pian piano svanito, lasciando nascere una splendida amicizia: il partenopeo ha aiutato il neo compagno ad inserirsi nel gruppo, insegnandogli il napoletano e facendolo sentire a casa. Bellissimo l’applauso che ha rivolto a Mertens quando è uscito dal campo contro la Lazio, invocando i tifosi a dedicargli una meritata standing ovation. Inutile negarlo: il Napoli ha bisogno di entrambi, due giocatori che come disse già Benitez nello scorso ritiro di Dimaro, “sono complementari più che uguali”: possono agire insieme (ed in questi casi si esprimono al meglio) così come invertirsi sulle fasce o intercambiarsi, facendo le fortune degli azzurri. Lunga vita a Mertens ed Insigne, due facce positive della stessa medaglia e che possono benissimo coesistere ed agire insieme.

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