Se fosse stato per Bonomi quel Napoli sarebbe stato primo in graduatoria per grinta, volontà e forza di spirito, virtù attraverso le quali si sopperiva ad un gap tecnico che talvolta veniva fuori inesorabilmente, pur non compromettendo le ottime prove che nell’arco di quattro anni Mauro è stato in grado di assicurare, venendo messo kappaò solamente da una serie di infortuni che ne hanno minato la stabilità tra i titolari e la consequenziale conquista di una maglia dal primo minuto. Procedendo con ordine, l’approdo in azzurro avviene ai margini di una retrocessione dolorosa, quella della seconda discesa verso gli inferi della B dopo il disastroso campionato che Zeman avrebbe dovuto trasformare in annata magica, Bonomi sembra raffigurare il tassello in grado di dare enfasi ad una retroguardia orfana di un uomo dalla grinta da vendere, perfettamente in grado di gestire la linea dei difensori e frenare gli attacchi delle punte insidiose italiane, in particolar modo quelle dei funamboli della cadetteria.
Dopo 97 presenze e 3 reti in maglia azzurra il fallimento lo mise spalle al muro e decise di accettare l’offerta del Catanzaro, da dove due anni più tardi si trasferì a Ravenna, ultima tappa della sua ottima carriera, a seguito della quale scelse di appendere le scarpe al chiodo e di dedicarsi alle dottrine da allenatore. Ha lasciato la scia di un uomo tenace, che ha basato buona parte delle sue doti sulla fisicità e la capacità di imporre il suo carattere deciso, in grado di colmare alcune lacune come riferito in precedenza, è probabilmente uno degli esempi calzanti di come sia fondamentale avere un approccio serio, professionale e disinteressato, votato solamente alla salvaguardia delle proprie prestazioni e alla soddisfazione di società, tifosi e addetti ai lavori, senza puntare l’attenzione verso orizzonti che poco hanno a che fare con chi crede nel proprio lavoro e punta molto sulla serietà, senza dimenticare di rispettare i tifosi.
Da ricordare l’episodio che lo vide suo malgrado protagonista di un tentativo di rapina mal riuscito relativo alla sua auto nel 2003, dove arrivarono atte a dissuaderlo dal rimanere in azzurro. Di tutta risposta disse la sua senza usare mezzi termini, mettendo i puntini sulle i senza tralasciare precisazioni che in alcuni frangenti sono fondamentali: “Qui mi sento amato e stimato, non certo una vittima predestinata. Ho un ottimo rapporto con la città di Napoli e con i tifosi. E’ ovvio che essendo Napoli una metropoli c’è qualcuno a cui sto simpatico e qualcun altro a cui sto antipatico o non piaccio come calciatore. L’episodio non modifica nè l’opinione nè il rapporto che ho con la città“. Questo era Mauro Bonomi, difensore di ruolo ma attaccante nella vita quotidiana, leale ma grintoso, onesto ma con la rabbia di un leone.
Ecco il video di un gol di Bonomi in maglia azzurra ai danni della Reggina:
Articolo modificato 17 Apr 2014 - 23:39