Era il primo ottobre, il Napoli usciva mestamente sconfitto dall’Emirates Stadium di Londra senza diritto d’appello, una sconfitta secca per gli azzurri, completamente sopraffatti dall’intensità degli uomini di Wenger. Era anche l’ultima apparizione di Juan Camilo Zuniga in maglia azzurra, fresco di un sontuoso rinnovo di contratto con clausola rescissoria da 30 milioni di euro. Problemi reiterati al ginocchio destro, risalenti ad un intervento di anni fa, lo costrinsero a fermarsi, intervento in artroscopia, tempi di recupero stimati in un mese. Un peccato, fu il pensiero di tutti, Zuniga era stato indiscutibilmente tra i trascinatori di un Napoli che stava disputando un eccellente inizio di stagione.
Il buon terzino acquistato da Pierpaolo Marino dal Siena era diventato, anche grazie alla sapiente gestione dell’ex tecnico azzurro Walter Mazzarri, uno dei perni di questa squadra. Un vero e proprio top player, per usare un termine tanto voga negli ultimi tempi. Esplosività, senso della posizione, inserimenti, visione di gioco, tecnica non ordinaria sempre al servizio della squadra, Zuniga svolgeva, nell’iniziale scacchiere di Benitez, le mansioni di un regista aggiunto, un giocatore a cui servire palla e metterla in cassaforte, sempre pronto a trovare la giocata giusta. Un’assenza pesante, ma nei tempi previsti accettabile, un mese nonostante i tanti impegni passa in fretta, inutile ribadire che la storia di questa stagione ha raccontato altro. Un infortunio avvolto da un alone di mistero riscontrato poche volte, tempi di recupero che si allungavano settimana dopo settimana, nell’incertezza di staff tecnico e sanitario. Fondamentale, molto probabilmente, anche la volontà del calciatore di ritornare al meglio, di non rischiare, specialmente con un mondiale alle porte. Ma la sostanza non cambia, il Napoli per 7 lunghi mesi non ha avuto a disposizione un elemento importantissimo, un giocatore che alla lunga si è dimostrato imprescindibile. Essenziale soprattutto nel garantire equilibrio sugli esterni, ruolo nevralgico nel modello di calcio del tecnico spagnolo, oltre che in fase propositiva.
Gli esterni azzurri sono stati privi per più di 200 giorni del suo uomo in più, una freccia che nella faretra del vate madrileno sarebbe servita eccome, visto che una parvenza di equilibrio è stata raggiunta solo con gli innesti di Ghoulam ed Henrique, acquistati a Gennaio, complici anche l’infortunio di Mesto e la stagione non certo felice di Maggio. Il ritorno in gruppo poche settimane orsono, ed anche lì qualcuno ha cercato di montare una sorta di caso: “Si allena, perché non è fra i convocati?” Nessun caso, solo dietrologia, ovvio che ormai Benitez auspicasse di avere il giocatore al meglio per il finale di stagione. Ora finalmente il colombiano torna fra i i convocati per la sfida di Udine, pronto a riprendersi il suo posto e dare il suo apporto alla causa azzurra, c’è un titolo da vincere e Zuniga sarà un indiscusso protagonista. E allora diciamolo, finalmente: “Bentornato Camilo!”
Edoardo Brancaccio
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