L’editoriale di Raffaele Nappi “Le montagne russe azzurre”

Meglio mangiare il casatiello e non pensarci più. Sì, perché questo Udinese-Napoli è difficile da mandare giù, sia per la prestazione, sia, soprattutto, per il risultato.

Il solito Insigne che attacca a tutto campo ma non incide, il solito (pallido) Hamsik, il vanitoso ma volenteroso Pandev, l’efficiente Callejon, il gigante (troppo) buono Zapata. Sono tanti gli spunti da analizzare dopo una prestazione simile. Ciò che più fa rabbia, ovviamente, è il modo di giocare degli azzurri, finalmente in casacca azzurra (tra l’altro).

Insomma, facciamoci due domande: “E’ possibile mettere in attacco il “solo” Duvan Zapata come sostituto di Higuain? E’ possibile perdere una valanga di punti contro medio piccole, che non hanno più nulla da chiedere al campionato, (e anche se ce l’avessero regaleremmo loro lo stesso qualche partita della vita)? E’ possibile cambiare mentalità in maniera stropicciante, in negativo, contro Juventus e Udinese? Eppure il colore delle maglie è lo stesso.

Signore e signori, manca la cattiveria. E, soprattutto, manca la continuità. Il bel gioco è il risultato di una serie di elementi. Mescolarli al meglio è compito di Benitez. Noi, da tifosi e attenti osservatori, non possiamo fare altro che analizzare le manovre, criticarne gli aspetti, fare complimenti e critiche a seconda della nostra preparazione. E’ Benitez ad avere in mano le chiavi del progetto Napoli. E non ci deluderà.

Perché, in fondo, quel che resta di buono di questo pomeriggio pre-pasquale, sono proprio le dichiarazioni del tecnico azzurro: “Per vincere qualcosa bisogna pensare partita per partita”. Lui, forse, l’ha capito. La squadra ancora no. Ma il tempo c’è. La voglia pure. Intanto, in vita della finale del 3 maggio, prepariamoci al casatiello di domani. Non si sa mai, le amarezze sono sempre dietro l’angolo.

Raffaele Nappi

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