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In questo sabato santo in casa Napoli c’è poco da festeggiare, la testa è già altrove, magari sulle tavole imbandite di casatielli, pastiere e tutte le bontà campane.

Così non va proprio, è vero che ormai i giochi sono fatti ma una grande squadra si vede in qualsiasi partita, non solo in quelle dal pienone allo stadio. Fa rabbia vedere tanta corsa, gambe, sudore e una mente piccola piccola. Si perché il problema sta tutto nella testa. Mediocre.

Le partite contro le meno blasonate sono una spina nel fianco per la squadra di Benitez ma segnare, andare in vantaggio, pareggiarla ingenuamente e rischiare pure di perderla (con tanto di espulsione) fa cambiare l’umore in un attimo, come se una giornata di sole si trasformasse, in pochi minuti, in una giornata uggiosa.

Tanto lavoro buttato nel nulla, dove è quella internazionalizzazione che sia De Laurentiis che Benitez chiamano a gran voce? Parole, soltanto parole. No, non ci sono più scuse. Adesso si gioca una volta alla settimana, non ci sono più obiettivi da raggiungere (se non quello della Coppa Italia ma poi ci penseremo) e cosa c’è da dire adesso?

È il momento di fare un esame di coscienza, questa maglia ha un peso incommensurabile, deve essere rispettata e portata in alto, come una reliquia. Chi ha il desiderio di cambiare lido, sa dove è la porta.

Se si gioca senza amore e orgoglio, meglio appendere gli scarpini al chiodo. Dentro l’uovo quest’anno niente regalo, il punticino “guadagnato” non soddisfa nessuno.

Buona Pasqua, insieme a Gesù, magari vedremo risorgere anche questo Napoli.

 

Articolo modificato 19 Apr 2014 - 17:54

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Scritto da
redazione