Pasquetta con chi vuoi: però poi si riparte, si ricomincia, si ripensa al campionato, all’Inter che verrà. Si riparlerà di Udine, dopo averlo fatto (in maniera insolita) a Pasqua, perché mica era andato giù il pareggio e le modalità attraverso le quali s’era arrivato a tanto. E si proverà a leggere nella testa, per capire se c’è ancora qualcosa che riconduca alla concentrazione, quella che Benitez ha preteso e che invece è venuta meno nelle ultime due trasferte (soprattutto), quella che a Parma non è comparsa per niente e che al «Friuli» è bastata per rimediare appena un punto.
RIECCOLI – Dunque, si cambierà qualcosa e neanche poco, avendo utilizzato il turn-over pure domenica, per far rifiatare (ad esempio) Albiol: stavolta invece tocca a Federico Fernandez, che verrà costretto a starsene a casa dal giudice sportivo e lascerà il posto di centrale difensivo allo spagnolo. Poi si passa a centrocampo: Behrami-Inler, malgrado gli screzi, pare essere la coppia sulla quale insistere, avendo il mediano la capacità di andare in pressing sugli avversari e dunque di romperne il ritmo del palleggio e sapendo, il socio, costruire. Il ballottaggio però esiste e stavolta è tra Jorginho ed Inler, a meno che Benitez non voglia scegliere una strategia diversa: avere quattro piedi buoni in mezzo al campo, per poter opporsi all’Inter con il giro-palla rapido.
ATTACCO – Che, come si sa, contiene anche il terzetto che sta tra le linee: Mertens è disponibile, ha smaltito il turno di squalifica, dunque ha gamba, freschezza e voglia, e c’è da sospettare che abbia qualche chanches in più di Insigne. Poi resta Higuain, ma lui è blidato dal talento, dalla sua sontuosa classe e ritrovarselo servirà per farlo «scaldare» in vista dell’Olimpico di Roma, in qualche modo il suo stadio.
Fonte: Corriere dello Sport
Articolo modificato 22 Apr 2014 - 11:07