Il primo proviene da un piccolo paesino del Livornese, San Vincenzo, l’altro parla spagnolo ed è nato nella capitale dove si respira il calcio migliore d’Europa, Madrid. Il primo ha vinto poco, solo una Coppa Italia, l’altro ha un bagaglio bello pesante, dieci coppe conquistate con bravura e tenacia.
L’uno gioca un calcio abbastanza statico, l’altra vuole una squadra internazionale e senza “posti fissi”. Insomma tanto diversi ma qualcosa che li accomuna c’è. No, non è solo la panchina ma un’altra caratteristica. E’ chiaro ovviamente di chi stiamo parlando: Walter Mazzarri e Rafa Benitez. Hanno sì concezioni calcistiche totalmente differenti ma, come già scritto, un punto in comune ce l’hanno: prediligono entrambi il gioco offensivo.
In Italia, purtroppo, spesso si vede il cosiddetto “catenaccio” cioè giocatori che fanno da “muro” davanti alla difesa. Loro no. O si vince o si perde ma la cosa fondamentale è giocarsela fino alla fine.
A Napoli, l’ex allenatore ora in forza all’Inter, ha divertito i tifosi e non con quelle ripartenze veloci ed efficaci ma don Rafè (come ormai lo chiamano qui) non è da meno. Gli azzurri sono l’unica squadra a giocare con ben quattro attaccanti, Mazzarri quest’anno effettivamente ha sofferto un po’ la mancanza di giocatori reattivi e veloci ma, come tutti sanno, l’attacco è il suo forte.
Spesso entrambi gli allenatori sono stati “accusati” di aver segnato troppe volte grazie alle galoppate in ripartenza, loro non si offendono anzi, amano questo gioco.
Stasera, come a Napoli, si spera in una partita ricca di goal ed emozioni, di ripartenze e fluidità.
Perché le sfide più belle sono quelle affrontate a viso scoperto.
Due allenatori che, come sappiamo, sanno difendersi bene dalle critiche ma che anche in attacco fanno male e non poco.