Chiedere a un doppio ex che partita sarà Fiorentina-Napoli equivale a metterlo in imbarazzo. Eraldo Pecci, regista degli anni Ottanta che ha indossato sia la casacca viola che quella azzurra, se la cava con la sua abituale pacatezza e diplomazia. «Sarà una bella finale di coppa Italia, immagino equilibrata anche se, a giudicare dalle ultime gare, ho l’impressione che a questa sfida arrivi meglio la formazione toscana. Ha disputato un’ottima stagione nonostante i tanti infortuni ma ha una grandissima voglia di conquistare finalmente un trofeo importante».
Inutile domandare per chi farà il tifo?
«Per entrambe, mi dispiace che una delle due debba perdere. Ma a prescindere da chi alzerà la Coppa, la conquista della finale dovrà essere una base dalla quale ripartire e programmare la prossima stagione».
Poteva essere una sfida tra due attacchi stellari, invece nella Fiorentina mancheranno Gomez e forse Rossi, il Napoli ha il dubbio Higuain.
«La forza delle due squadre è nel collettivo, giocano un calcio spettacolare, tra i migliori del nostro campionato. Ridurre il discorso alla sfida tra attaccanti significa prendere la questione dalla parte sbagliata. Ci sono tanti altri calciatori che creano gioco e senza il loro contributo, Fiorentina e Napoli non vanno da nessuna parte. Per questa ragione prevedo una partita intensa e aperta a ogni risultato».
In casa azzurra sono alle prese con il caso Hamsik.
«A tutti i campioni può capitare di inciampare in una stagione poco fortunata. Per me Hamsik resta un grandissimo, forse l’infortunio ha condizionato la sua annata. Ho sentito parlare di problemi legati al modulo tattico e al cambio della posizione in campo, personalmente non ci credo. È un periodo-no e basta».
Senza Cuadrado, Gomez e forse Rossi, sarà Borja Valero il punto di riferimento della Fiorentina?
«Reputo lo spagnolo un ottimo elemento ma in Italia siamo abituati a santificare gli assenti. Mi piace parlare di un calciatore quando questi porta la sua squadra a vincere un trofeo o risulta determinante in una sfida diretta come ad esempio, quella contro il Napoli. Oggi la realtà dice che lo spagnolo non ha ancora vinto nulla».
Napoli-Fiorentina è anche Benitez contro Montella. Due tecnici che amano il bel gioco e che hanno introdotto qualcosa di nuovo nel calcio italiano.
«Montella è un buon allenatore, si sta costruendo la strada da solo. È giovane e può soltanto migliorare. Personalmente nutro una vera passione per Benitez, che considero tra i più grandi in Europa. Al primo anno ha rivoluzionato squadra e modo di giocare del Napoli, la sua stagione resta comunque più che positiva».
Le sue squadre hanno una spiccata tendenza al gioco offensivo e in Italia si presta maggiore attenzione alla fase difensiva. È il nostro campionato che non raccoglie il messaggio calcistico di Rafa o viceversa?
«Le teorie dello spagnolo non sono in discussione. Così come il suo calcio. Ho sempre ammirato le formazioni che ha allenato, il Valencia prima e il Liverpool poi. Possono subire dei gol ma ne segnano anche molti. Stimo il modo con il quale ha gestito finora la formazione partenopea».
E poi è uno specialista di Coppe.
«È vero, basta vedere cosa ha fatto con gli azzurri nel girone di Champions. Ecco perché dal Napoli mi aspetto una grande prestazione».
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 28 Apr 2014 - 10:42