Continuità: mica è un modo di dire. Perché poi dev’esserci un senso costruttivo che esprima se stesso, dunque il proprio modo di essere. Continuità è nell’idea di calcio, in quella filosofia che deve caratterizzare e sviluppare il proprio profilo: pure quello tecnico, innanzitutto forse quello, perché il calcio è scienza inesatta che per tentar di raggiungere la perfezione o almeno sfiorarla o intravederla ha bisogno di principi cardini che ruotino intorno ad un sistema (di gioco).
L’accordo. Dunque, la panchina: è di Rafa Benitez, con contratto che ha scadenza giugno 2014 ma che prevede una opzione da esercitare entro il 31 maggio. E’ un invito reciproco, fatto a giugno, a prendersi e però senza lacciuoli: conosciamoci, verifichiamoci, poi scegliamoci (ancora) se vogliamo. Il rinnovo è nei fatti, nelle parole di De Laurentiis, in quell’ «ho fatto bingo» o nella «monogamia» ; e poi è nelle controrepliche di Benitez, nell’esplicita ammissione che si sta procedendo «a lavorare quotidianamente per fare un ulteriore passo in avanti» . Continuità: ne hanno avuto Reja e Mazzarri (uno per circa cinque stagioni; l’altro per quasi quattro campionati) ed hanno potuto lavorare sul proprio vissuto tattico, modellando le squadre a propria immagine e somiglianza. Ne hanno avuta di meno Ventura e Donadoni, perché il pallone qualche volta rotola all’incontrario. Ma il futuro è adesso, all’indomani della coppa Italia, quando il mondo la smetterà di scivolare intorno a quella sfera e si procederà.
FONTE Corriere dello Sport