E poi c’è il passato che torna, c’è un tuffo in ciò ch’è stato che dà (ulteriore) senso alla vigilia, c’è un se stesso da analizzare, attraverso i ricordi della giovinezza: ci sono Maggio e Behrami, ad esempio, che ne hanno di Firenze da raccontare. C’era una volta, ma è proprio tanto tempo fa, il Christian Maggio che danzava sulle ali della fantasia, perché a vent’anni è lecito farlo e fu Fiorentina per tre stagioni, furono sessantasette presenze ed anche una spinta poderosa per impossessarsi d’una carriera poi sviluppata tra la Sampdoria ed il Napoli, con destinazione Nazionale. Il mondiale è adesso e lo pneumotorace ormai è già un pallido ricordo: bisogna fare in fretta, rimettersi a correre, per approdare a Coverciano (ma guarda un po’) la prossima tappa in cui prendersi il destino e rigirarselo tra le mani.
Il turbo. Bacioni a Firenze, l’altra sponda dell’Arno sul quale il Napoli è andata a cogliere Valon Behrami, l’interditore dalla faccia spigolosa e dai centoquaranta caratteri esplosivi, il medianone che ruba palloni e pure anche l’aria agli avversari e che va a giocarsi una maglia con Jorginho: i suoi due anni, lanciandosi in tackle sotto la Fiesole, sono racchiusi in cinquanta partite, un dinamismo di quelli che conquistano e lasciano il segno e l’arrivederci dell’estate del 2012, lasciando in eredità – assieme a Gamberini – un pacco d’una decina di milioni di euro. Ci sono partite che valgono doppio e Fiorentina-Napoli racchiude, per Maggio e per Behrami, valori extracalcistici, il senso di gratitudine per quella città meravigliosa e anche il fiero orgoglio di aver potuto rappresentare qualcosa, nel loro piccolo. E poi, quando sarà fischio d’inizio – dal campo, dalla panca o dalla tribuna, ovunque siano – diventerà inevitabile staccare la spina e riprendersi il presente: dura l’ex, sed l’ex…
FONTE Corriere dello Sport