Una Coppa conquistata con carattere ed ambizione che regala ottimismo al progetto

Vincere la Coppa Italia non era un epilogo scontato per il Napoli in questa stagione, alle prese con una rosa completamente rinnovata, un nuovo tecnico che ha apportato a tutto l’ambiente un diverso approccio nel gioco ed un modulo mutato rispetto al passato, imprimendo in poco carattere ed una grandissima mentalità vincente alle pedine in forza. Stilando un bilancio di quanto visto, il trofeo nazionale non era tra le priorità del club di De Laurentiis ma un dolce ed ambito surplus, ancor di più dopo le delusioni in Champions ed Europa League nonostante dei cammini da applausi.

Se l’eliminazione dalla blasonata Coppa internazionale resta alquanto amara ed inaspettata, primo caso nella storia di tutti i tempi di una squadra costretta ad uscire con ben 12 punti alla stregua della prima e seconda classificata alla fase finale, la consorella minore può rappresentare forse l’unico vero rimpianto della stagione. Contro il Porto sono stati pagati tutti gli errori di una squadra poco matura ed in progress, che sarebbe potuta approdare almeno ai quarti, così come fatto poi dalla stessa Juventus, uscita solo in semifinale.

Per quanto riguarda il campionato, era difficile se non impossibile contrastare in fase di esperimenti una Juve già ben consolidata, che ha macinato record e vittorie senza troppe difficoltà. Al secondo posto una Roma che ha disputato un girone di andata strepitoso, senza fermarsi mai. Il secondo posto sarebbe potuto essere meno una chimera ma, preliminari a parte, la Champions è comunque già alquanto blindata. Restava quindi la Coppa Italia, la possibilità di aggiungere un trofeo in bacheca all’esordio di Rafa Benitez sulla panchina azzurra. Un’impresa non da poco, considerando che si è dovuto battere Atalanta, Lazio, Roma ed infine anche la Fiorentina, in una finalissima ricca di emozioni e spettacolo.

Non era costretto a vincere subito lo spagnolo, predicando il suo diktat “sin prisa y sin pausa” sposando al meglio ed in toto l’ideologia di De Laurentiis, fermo nel voler portare al successo duraturo una squadra caparbia, sana, solida, umile ma ambiziosa. Tutti i pregi di un grande e competitivo Napoli sono emersi proprio nella finale quando, in vantaggio di due reti, ha stretto i denti quando la Fiorentina ha accorciato le distanze restando unita nel momento di maggiore difficoltà, anche quando nel finale ha dovuto fare i conti con l’espulsione di Inler. La Coppa non poteva avere migliore padrona di Higuain e compagni, che durante tutto il percorso hanno dimostrato carattere, spettacolo, continuità e qualità, giocando sempre al top contro tutte le avversarie. Eppure, siamo solo all’inizio: adesso il Napoli è pronto e carico per aggiungere altri tasselli importanti al suo palmares. Adesso, è tempo di tricolore.

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