Un’annata maledetta per Marek Hamsik. Eppure era cominciata nel migliore dei modi. Due doppiette consecutive nelle prima due giornate. 6 gol in 11 partite fino al 2 novembre. Poi il buio. Il 23 dello stesso mese l’infortunio al piede e 50 giorni di stop. Quando ritorna ‘Marekiaro’ è irriconoscibile. Tutto va storto, la palla non entra più.
Ieri la prova inconfutabile. Minuto cinquantacinque, Silvestri stende Pandev in area: rigore ed espulsione. Nel primo tempo si era presentato sul dischetto Dries Mertens, ora tocca a Marek, che tra l’altro stava disputando una buona gara. I compagni gli danno la possibilità di ritornare al gol dopo ben 185 giorni, ma la palla si stampa sulla traversa. Lo slovacco si dispera, non crede ai suoi occhi.
Bella, stupenda, la reazione del pubblico. Dagli spalti si alzano cori e applausi. Un boato:“Marek, Marek”. I tifosi partenopei non abbandonano il proprio capitano e ne comprendono lo stato d’animo. “Ringrazio la curva per aver invocato il mio nome, è un grande pubblico e devo ripagarlo sempre”, ha dichiarato il 17 azzurro.
L’astinenza è ormai lunga, lunghissima. Hamsik ci ha abituato sempre a campionati in doppia cifra. Tra Serie A e coppe nelle passate stagioni lo score è 10, 12, 12, 13, 12, 11. Mai così poche reti come quest’anno: sei, tutte in campionato. Ma nelle ultime gare si è visto un Hamsik in netta ripresa.
E quando parla di futuro, le sue intenzioni sono chiarissime. “Non ho mai detto di dovermi sedere a tavolino con la società – risponde diretto ad una provocazione di un giornalista – non ce n’è bisogno. Continuiamo così”. Napoli lo aspetta.
Andrea Gagliotti
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Articolo modificato 7 Mag 2014 - 16:59