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Piccoli geni incompresi. Tra questi possiamo annoverare sicuramente anche Giancarlo Vitali, colpevolmente dimenticato nel giro delle ali “old style” che il nostro calcio ha sfornato da più di un secolo a questa parte. Emiliano di Medesano, si mette in mostra in una squadra locale parmense, dove il Genoa ci vede lungo e lo porta sotto il segno del Grifone, squadra che lo fa esordire in Serie A a vent’anni, e nel suo primo anno si presenta con due gol e tanti argomenti da sciorinare durante la sua carriera, che nel frattempo prosegue a Padova dove Giancarlo si consacra definitivamente, seppur in Serie B, dove con 97 presenze e 42 gol esplode e si mette in mostra ai più grandi club di A. I primi ad arrivare furono quelli della Fiorentina, dove Vitali in due anni mette a segno 15 gol e diventa uno degli esterni d’attacco più in voga del momento, ad appena ventiquattro anni aveva già un inizio di carriera professionistica tale da mettere in allerta tutti gli operatori di mercato. Dopo la definitiva consacrazione in A per la promettente ala si apre la strada che porta a Napoli, dove Achille Lauro, storico proprietario del club partenopeo, e al tempo anche sindaco della città, lo vuole ai piedi del Vesuvio insieme a Hasse Jeppson, il campione pagato una cifra stratosferica per quei tempi: 105 milioni di lire. 

Qui Vitali segna tanto quanto il gioiello svedese, mentre l’anno successivo fa coppia in avanti con Ottavio Bugatti. Dopo tre presenze in Nazionale giovanile, e una in Nazionale B, arriva anche la convocazione in Nazionale maggiore; un infortunio durante il ritiro, però, gli nega l’esordio nella massima selezione azzurra. Con la maglia partenopea costruisce un trio da sogno assieme con Jeppson e Pesaola (senza dimenticare che in rosa ci sarà anche Amadei), anche se il primo anno tutti aspettano Jeppson, mentre è proprio Vitali a mettersi subito in evidenza segnando al debutto, il 14 settembre 1952, negli ultimi minuti della vittoria al Vomero contro l’Atalanta (2-0). Memorabile la tripletta il 28 settembre nella vittoria casalinga contro l’Udinese per 4-2. Per lui in quella stagione 14 reti e settimo posto nella classifica dei cannonieri, proprio come Jeppson. Per quel Napoli quarto posto in classifica con 41 punti. Vitali giocò nel Napoli, fino al 1957, 136 partite, realizzando 42 gol, prima di trasferirsi alla Spal. In serie A, per lui, 89 reti in 300 partite. Gli sforzi di Achille Lauro furono ripagati da risultati davvero oltre ogni più rosea aspettativa, anche se lo scudetto era ancora un miraggio troppo lontano da poter essere considerato un traguardo raggiungibile. 

Ma Vitali, oltre che bomber, è stato anche allenatore con buon curriculum. E in Campania ha guidato il Sorrento nella stagione 1970-71, con promozione in B, e dal 1977 al 1980. Ed è stato anche sulle panchine di Salernitana (nel 1971-72) e Paganese (nel 1974-75). Nel ’90 ha dovuto affrontare una tragedia che lo segnerà per sempre: l’incidente stradale che gli porta via il figlio Gianluca, di soli 34 anni. Dolore superato grazie alla vicinanza della famiglia, con cui ha vissuto fino all’ultimo. E’ mancato all’affetto dei suoi cari il 26 Ottobre del 2011, passando quasi inosservato, evidenziando così una mancanza di gratitudine che nel calcio viene spesso fuori quando la memoria cancella dal passato gli uomini che hanno scritto poche pagine di storia, seppur senza lasciare vittorie e trofei, ma semplicemente giocando un calcio essenziale e dando lustro ad un ruolo oggi sostituito dai terzini fluidificanti e dagli esterni di centrocampo, forse troppo lontani dal concetto di mezz’ala, colui cioè in grado di fare la fase avanzata ed il centrocampista puro allo stesso tempo, potendo contare su polmoni d’acciaio e scatti felini, tutte caratteristiche ben presenti nel fornito curriculum di Giancarlo. 

 

Articolo modificato 7 Mag 2014 - 15:14

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Scritto da
redazione