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Napoli Club Casal di Principe, Luca Coronella: “Caro presidente, dobbiamo dire basta a chi infanga il Napoli e la nostra gente!”

Era a Roma per la finalissima di Coppa Italia, investiti da quell’ondata di spavento ed indignazione per ciò che è successo a Tor di Quinto a Ciro Esposito, l’innocente tifoso colpito da uno sparo dall’ex ultras della Roma Daniele De Santis. Il Napoli Club Casal di Principe aveva organizzato a puntino la trasferta, con un pullman ricco di bambini, ragazzi, famiglie e tifosi azzurri di goni età, quelli veri, quelli che mossi da un’immensa passione girano insieme l’Italia e l’Europa per seguire le gesta dei propri beniamini. E’ proprio il presidente del Club, Luca Coronella, a dire basta, a difendere Napoli ed il Napoli dai continui attacchi delle istituzioni, dei media e di tutti coloro che da vittima vogliono far diventare la città partenopea la solita carnefice, appellandosi al presidente Aurelio De Laurentiis e scrivendogli una lettera aperta che arriva anche alla nostra redazione.

“Salve presidente, mi chiamo Luca e sono il presidente del Club Napoli di Casal di Principe e rappresento orgogliosamente un gruppo di persone perbene, laboriose e fiere, dalle più disparate provenienze sociali e culturali che si sono unite all’insegna dell’amore per la maglia azzurra. Quella maglia che è l’unica testimone della nostra storia, che è stata il simbolo di immense gioie e terribili delusioni, che tantissime volte ci ha tenuti svegli la notte tra scongiuri e preghiere proprio come il 3 maggio scorso. Quella maglia che per noi non è solo una divisa da gioco, ma è una seconda pelle, la maglia che veste il nostro cuore e che rappresenta per la maggior parte di noi l’orgoglio di un popolo fiero e mai domo a nessuna ingiustizia. Quella maglia è la nostra corazza con la quale affrontiamo con coraggio e dignità i pregiudizi ed il razzismo.

Mi rivolgo a Lei con la speranza che possa mettere fine, facendo anche la voce grossa se servisse, a quanto stiamo vivendo, specialmente in questo momento. Tutto ciò che di brutto accade in questo sport, che alla fine dovrebbe essere un gioco, si trasforma in una bomba contro Napoli, i napoletani e la nostra storia. Da troppi anni ormai, abbiamo imparato a inghiottire furti di ogni genere, delusioni e offese gratuite, adesso ci hanno anche sparato. Il povero Ciro poteva essere chiunque di noi che ogni domenica segue con amore il Napoli, è assurdo rischiare di morire solo perchè si va ad assistere ad una partita di calcio.

Ma è ancora più assurdo quello che sta succedendo immediatamente dopo quel gesto vile e ignobile. Gli ultras napoletani che lo Stato sceglie come interlocutori, diventano terroristi e criminali, mentre i “colleghi” fiorentini, altrettanto interlocutori, sono spettatori modello. Ma non finisce qua, la TV di Stato con inquadrature e commenti inizia il suo piccolo grande processo ai napoletani…un processo con condanna scontata, che va avanti tutta la settimana, a reti unificate però. Televisioni, giornali, delle radio, siti internet e politici…tutti attacchi pretestuosi, vili ed assurdi al popolo napoletano, dove la realtà viene distorta e adattata al qualunquismo ed alla banalità!!!

Poi il Giudice Sportivo Tosel che squalifica il San Paolo per due turni, il daspo dato ai tifosi napoletani…quella bestia di ultras romanista non nominato mai in nessuna discussione pubblica!! Se il 3 maggio sono stati esplosi 4 colpi di pistola, ne stanno sparando migliaia al secondo in ogni modo e con una ferocia inaudita contro Napoli. Mi lascia troppa amarezza vedere la curva dell’Olimpico inneggiare impunita a Daniele De Santis, curve di tutta Italia inneggiare impunite al tifoso Speziale, coltelli e banane lanciate in campo a Bergamo senza che nessuno dica nulla, tifosi juventini impuniti dopo aver deriso Morosini, la tragedia di Superga, il Vesuvio e chi più ne ha più ne metta…tutto questo nel silenzio istituzionale più terrificante!

Caro presidente, Le cito questi pochi episodi, ma potrei andare avanti con tristezza per chilometri di fogli, ma perchè ho gli occhi lucidi preferisco fermarmi qui. Se essere tifosi del Napoli significa essere il capro espiatorio di un sistema che fa acqua da tutte le parti non siamo più disposti a sopportarlo, perchè questa volta la maglia azzurra di cui le parlavo prima con tanto ardore, è impregnata di sangue. Il sangue dei vinti, ancora una volta. A tutto ciò le chiedo di urlare insieme a noi e per noi: BASTA!!! In questo sistema, ingiusto non è Genny la carogna, ma lo è tutta la nazione che considera Napoli il tappeto dove nascondere il loro squallore e all’occorrenza pulirsi i piedi. Presidente De Laurentiis, se le scrivo queste parole è solo per amore…per amore della verità, di questo sport, della maglia del Napoli. Luca Coronella”

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Articolo modificato 13 Mag 2014 - 00:12

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redazione