“Il Benfica non vincerà mai più una Coppa dei Campioni“. Questa è la frase che l’ex allenatore Bela Guttman disse, uscendo dagli uffici del Benfica al termine della stagione 1961/62, dopo che la società decise di non rinnovargli il contratto a causa della sua cospicua richiesta di aumento. Una rabbia giustificata dalla grandissima annata vissuta in Portogallo, culminata con la conquista della seconda Coppa dei Campioni consecutiva (asfaltato il Real Madrid con il punteggio di 5-3 dopo aver, l’anno prima, battuto in finale anche il Barcellona).
C’è chi dice che “la maledizione di Guttman” sia estesa a tutti i titoli europei. La storia, fino a questo momento, ha sempre avvalorato questa tesi. Sono sette infatti le finali europee fin qui disputate dal Benfica (cinque coppe dei campioni ed una Europa League), tutte perse dai portoghesi. L’ultima, in ordine di tempo, è la finale persa l’anno scorso contro il Chelsea del nostro amato Benitez, con la beffa resa ancor più amara dal gol segnato da Ivanovic nell’ultimo minuto di recupero.
Stasera, in quel di Torino, gli uomini di Jorge Jesus hanno la possibilità di poter rompere definitivamente la maledizione, battendo il Siviglia e portando a casa il quarto trofeo europeo della storia del club (fino ad ora due Champions League (la vecchia Coppa dei Campioni) ed una Coppa Latina nel 1950).
C’è una seconda citazione di Guttman, meno famosa della prima: “Piove? Fa freddo? Fa caldo? Che importa? Anche se la partita fosse durante la fine del Mondo, tra le nevi del monte o in mezzo alle fiamme dell’inferno, per terra, per mare o per aria, loro, i tifosi del Benfica, vanno lì, appresso alla loro squadra. Grande, incomparabile, straordinaria massa associativa!”.
Per questo, caro Guttman, i tifosi del Benfica non meritano di subire ancora una sofferenza simile…
Antonio De Filippo
Articolo modificato 14 Mag 2014 - 13:46