Quella di domenica sera sarà l’ultimo atto di una stagione positiva per gli azzurri. E quale idea migliore per il Comune, se non quella di accogliere il Napoli con 10mila bambini urlanti e gioiosi? Dobbiamo dirlo, questa volta il progetto merita il plauso di tutto l’ambiente.
Perché non è bastata la partita col Cagliari per festeggiare dignitosamente la Coppa Italia, non è bastata la lezione di civiltà allo stadio, i cori per Ciro, gli striscioni. Non sono bastate, forse per Tosel, gli striscioni esposti in curva all’Olimpico domenica pomeriggio, che inneggiavano al presutno pistolero romanista.
Non sono bastati i servizi continui e ripetitivi degli “sciacalli mediatici” (come li chiama qualcuno), i video con tanto di musica penetrante e ansiogena che descrivevano come e quanto possa essere pericolosa la tifoseria napoletana. Non sono bastate, evidentemente, le supposizioni, i giudizi, i fiumi e fiumi di inchiostro di spesi da parte di chi è del mestiere (forse).
Insomma, Napoli risponde con la cività. E con i bambini. Quale miglior occasione per dimostrare tutto l’affetto nei confronti della propria squadra? Quale palcoscenico per sfoderare la creatività, per dare sfogo alla fantasia, per godersela appieno?
Sono sicuro che domenica sera, più delle giocate in campo, più del risultato finale, più degli occhi su Insigne che deve convicere Prandelli e Iturbe che deve convincere Benitez, ci sarà tanta, tantissima attenzione a quei genietti sugli spalti. Perché piccoli napoletani crescono. E non oso immaginare cosa possano inventarsi 10mila menti azzurre. Festanti.
*Occhio ai rinvii del portiere avversario però, ragazzi. Niente meeeerda! Quello lo fanno i bambini di Torino. Ed è un’altra cosa…
Raffaele Nappi