Inizia questa lunga intervista Gonzalo Higuain sognando una doppietta da favola: Mondiale con l’Argentina e scudetto con il Napoli. Accoppiata che riuscì al più grande di tutti, Diego Armando Maradona.
Sogna l’accoppiata centrata da Diego con Argentina e Napoli nel 1986 e nel 1987?
“Sarebbe bello, ovviamente. Ma è difficilissimo, il campionato è una competizione molto complicata, racchiude il lavoro di tutto l’anno, 38 giornate in cui devi fare bene. E anche il Mondiale, nel quale ti giochi tutto in sette partite, è difficile. Però sarebbe bellissimo se questo succedesse”.
Gli ultimi spiccioli di una lunga stagione, soddisfatto o c’è un po’ di rammarico perché si poteva fare ancora meglio?
“Sono successe tutte e due le cose. Sono soddisfatto per aver conquistato la Coppa Italia, il primo titolo nel primo anno a Napoli. Non era facile con una squadra nuova, e un progetto nuovo. E poi c’è l’amarezza dell’eliminazione dalla Champions, siamo usciti con dodici punti. In campionato potevamo fare meglio, sono cose che serviranno per migliorare il prossimo anno”.
L’anno prossimo, quindi, ripartirà la caccia allo scudetto?
“Certo, però sappiamo che quest’anno la Juventus può arrivare a più di cento punti, la Roma è a 85. Anche noi abbiamo conquistato tanti punti e sappiamo che non sarà facile fare ancora meglio. Però abbiamo la squadra e la mentalità giusta e penso che già quest’anno siamo riusciti a dimostrare in tante partite di essere forti, quindi potremo fare ancora meglio l’anno prossimo”.
In cosa dovete migliorare per avvicinarvi a Juve e Roma?
“Dobbiamo essere più regolari, nel senso che non dobbiamo sbagliare più le partite che non si possono sbagliare. Quando una squadra vuole vincere un campionato, deve fare sue le partite che magari sembrano più facili perché sono proprio queste che poi ti fanno perdere il titolo”.
Il primo obiettivo, quindi, è fare un passo avanti in quanto a regolarità?
“Si, dobbiamo migliorare in continuità, bisogna confermarla in tutto l’anno: qualità e personalità abbiamo dimostrato di averle in tante partite. A Napoli siamo partiti con un progetto nuovo, un tecnico nuovo e giocatori nuovi: abbiamo vinto la Coppa Italia e non era semplice. Al San Paolo abbiamo battuto tutte le grandi: si può arrivare lontano, abbiamo margini di miglioramento”.
Il campionato ma anche il preliminare di Champions League ad agosto: un momento chiave della stagione?
“Penso che quest’anno sia stato ingiusto essere eliminati in Champions con dodici punti perché abbiamo disputato un girone molto buono. Adesso c’è il preliminare, vediamo la squadra che ci toccherà e prepareremo la partita con il migliore atteggiamento possibile per poter rigiocare la Champions”.
Colpì moltissimo la sua voglia di vincere il primo giorno che arrivò a Napoli, un atteggiamento da grande campione: il pensiero è sempre lo stesso per il secondo anno?
“Per fortuna il primo anno un titolo l’ho vinto, dopo ovviamente uno vuole arrivare sempre più in alto e vincere di più. Aspettiamo il prossimo anno, avremo un titolo in più da giocare, la Supercoppa Italiana, e proveremo a inseguire anche questo”.
I napoletani dai tempi di Maradona hanno un rapporto speciale con gli argentini, anche lei è subito diventato un figlio di questa città.
“Si nota questo affetto speciale per Diego. A Napoli c’è grande passione e questo fa benissimo a un calciatore; sentire il calore e l’affetto dei tifosi, ti fa crescere la fiducia: giorno dopo giorno ho avvertito la passione dei tifosi e per questo li ringrazio”.
La corsa al Mondiale: Insigne, già nei 30, può conquistare un posto nell’Italia?
“Per la prima volta tanti giocatori del Napoli vanno ai Mondiali ed è una cosa molto positiva. Credo che siamo la terza squadra al mondo che porta tanti giocatori: più “napoletani” andranno meglio è. Su 25 giocatori della rosa ce ne sono tredici nelle liste”.
Non c’è però Callejon con la Spagna, l’avrebbe meritato?
“Si, abbiamo giocato quattro anni insieme. Anche per lui questa è stata la prima stagione in Italia e ha segnato tanti gol. Certo mi dispiace, però c’è un allenatore che fa le scelte”.
Con Benitez ha un rapporto speciale, propone un calcio molto offensivo: da attaccante le piace?
“Lo seguivo quando allenava il Liverpool e il Valencia, dove faceva sempre questo gioco, un gioco offensivo che mi piace. Mi ha convinto a venire a Napoli. Ho accettato perché lui è un allenatore di primo livello, per il progetto societario, per la squadra. Un’esperienza nuova per me”.
Italia e Spagna, due campionati diversi…
“Qui in Italia è un campionato differente perché tutti giocano dietro con cinque difensori: è difficile trovare una squadra in serie A che difende a quattro: questo un po’ mi ha cambiato, serve per migliorare, per crescere come calciatore. Sono venuto a Napoli per un’esperienza nuova, arrivare alla fine del primo anno con la vittoria di un titolo è una cosa importante, il campionato è difficile ma possiamo crescere”.
Tra gli attaccanti del campionato italiano chi le è piaciuto di più? Forse Immobile del Torino, attuale capocannoniere?
“Immobile lo conoscevo, ha fatto tanti gol. Ma sottolineo l’ottimo campionato di Luca Toni, attaccante che sta lottando per il titolo di capocannoniere, sta facendo benissimo in una squadra piccola, che è salita l’anno scorso dalla B. In Italia ci sono grandi giocatori in attacco, Rossi, Di Natale”.
Hamsik può essere il vero rinforzo per l’anno prossimo, visti gli alti e bassi di questa stagione?
“Ha iniziato fortissimo, poi ha subìto l’infortunio: tutti conosciamo le qualità di Marek e ci attendiamo tanto da lui, aspettiamo che torni al suo miglior livello perché fa crescere tutta la squadra. Conosciamo bene la sua classe”.
Le farebbe piacere avere Reina l’anno prossimo ancora qua?
“Con Pepe ho stretto una grande amicizia, la scelta è sua e del presidente: io dico che è un grandissimo portiere e che mi è piaciuto tanto conoscerlo”.
Qual è stato il suo gol più bello con il Napoli?
“Tutti, tutti i gol che ho segnato sono stati belli allo stesso modo”.
Ventiquattro reti tra campionato e coppe: ha segnato quanto si aspettava, di più o di meno?
“Questa cosa non devo dirla io. Ripeto: penso che aver vinto la Coppa Italia al primo anno con il Napoli è stata una cosa sicuramente molto importante”.
Higuain segna molto ma si sacrifica per la squadra, lo dicono in tanti e lo ha ripetuto anche Insigne: le fa piacere questa definizione?
“Si, pensare anche alla squadra ti fa più giocatore perché in campo non hai come obiettivo solo il gol. Anche se poi, chiaramente, a un centravanti si chiede soprattutto di segnare”.
Cosa le piace di più di Napoli?
“Tutto”.
Il sole, il mare, la pizza, la gente…
“Tutto, tutto. Napoli è una città bellissima”.
Fonte: Il Mattino