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Il folletto belga, la freccia azzurra con il 14 tatuato sulle spalle è l’autentico mattatore della goleada con cui il Napoli chiude questa sua stagione. Difficile non menzionare Duvan Zapata autore di un’ulteriore prestazione convincente, tanta sostanza e seconda doppietta in Serie A per il giovane colombiano. Il rendimento mostrato in questo finale di stagione, nelle non molte occasioni in cui è stato chiamato in causa, ha probabilmente smosso qualcosa nelle certezze che vedevano l’ex Estudiantes lontano da Napoli, vedremo quali saranno le decisioni di tecnico e dirigenza in merito.

 

INCANTEVOLE – Ma la palma di migliore in campo va comunque meritatamente, con un certo distacco nei confronti dei compagni a Dries Mertens. Parte nella posizione di Hamsik, centrale nel terzetto alle spalle di Zapata composto da Callejon e Insigne, e subito al quinto di gioco dimostra quanto possa essere letale in quella zona del campo: filtrante precisissimo, a chiudere un’azione in verticale iniziata da Dzemaili, e Calleti va in porta, 1-0, goal azzurro numero 100 in questa stagione, che porta ben inciso il suo timbro. Per tutto l’arco della prima frazione di gara si dimostra un’autentica spina nel fianco per la non impeccabile difesa scaligera, fondamentale anche nel raddoppio di Duvàn, un flagello che si abbatte con una continuità implacabile. Se il primo tempo lo vedeva decisivo ma leggermente all’ombra della doppietta di Zapata e di un Callejon devastante nelle prime battute di gara, nei secondi 45 minuti da inizio ad un assolo che incanta gli spettatori. In un quarto d’ora la sua doppietta:  dai e vai impeccabile con Zapata a sfruttare un erroraccio di Albertazzi, saltando comodo l’incolpevole Nicolas in uscita e bordata da fuori area a fulminare il giovane portiere veronese, che forse si auspicava più clemenza in questa sua prima al San Paolo a stagione completamente chiusa. Certo, se gli avversari giocano con il piglio, la costanza e la qualità di Dries Mertens è davvero dura. Continua a incantare anche nel finale di gara cercando più volte gloria personale e compagni, l’ex Psv griffa con una prestazione da incornciare l’ultima partita della sua prima annata azzurra, preparandosi a giocare un Mondiale da protagonista. Una stagione disputata da vera rivelazione, dimostrando che Bigon, dopo averlo visionato con attenzione capillare fin dai tempi di Utrecht, aveva puntato forte un vero cavallo di razza. Un giocatore che partita dopo partita, in una stagione in crescendo, ha dimostrato di essere un autentico patrimonio del progetto azzurro.

Edoardo Brancaccio
Riproduzione riservata

Articolo modificato 19 Mag 2014 - 14:00

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Scritto da
redazione