Il difensore azzurro Henrique, vera sorpresa del mercato di gennaio, ha parlato ai microfoni di Fox Sports. Ecco quanto evidenziato:
APPRODO IN AZZURRO – “È stato un momento molto difficile, volevo conquistarmi la qualificazione al mondiale giocando in Brasile ed invece mi sono trovato in un campionato nuovo, di cui non conoscevo nulla. È stata una scelta rischiosa, ma sicuramente la scelta giusta. Trasferirmi al Napoli è stato un salto nel buio, non volevo lasciare il Palmeiras, ma quando un grande club chiama è difficile dire no”.
PALMEIRAS – “Nessuno mi ha mai accusato di tradimento, i tifosi quando mi vedono mi ringraziano sempre per quello che ho dato per quella maglia; sono molto legato al Palmeiras, è la squadra che mi ha fatto crescere e questo non posso dimenticarlo. L’unico che poteva bloccare il mio trasferimento al Napoli era il presidente Paulo Nobre, ma la società aveva bisogno di soldi, la mia cessione era inevitabile”.
BARCELLONA – “Cinque anni fa, quando approdai al Barcellona non ero ancora pronto per giocare ad altissimi livelli, anche se il trasferimento al Napoli è stato per certi versi più rischioso: avevo bisogno di giocare per essere convocato dal Brasile e in una nuova squadra, tra l’altro così forte e collaudata, non era facile”.
NAPOLI – “Appena sono arrivato nel capoluogo partenopeo avevo paura, ma tutti mi hanno accolto benissimo, tifosi squadra e soprattutto la società; dopo due settimana ero già a mio agio, è stato tutto più facile di quanto mi aspettassi”.
PRESIDENTE DEL SAO PAULO – “Non so come sono andate esattamente le cose, ma devo dire che a Napoli sia io che la mia famiglia ci troviamo benissimo. I tifosi sono sempre fantastici con noi”.
RUOLO – “Io ho sempre giocato dove mi dice il mister, da terzino ho giocato solo 3 partite 5 anni fa, per fortuna è andato tutto bene. A me piace uscire palla al piede e in quella posizione posso esaltare al massimo le mie caratteristiche, proprio per questo motivo ho guadagnato un posto da titolare in finale di Coppa Italia”.
CONVOCAZIONE MONDIALI – “Speravo di essere convocato, ma certamente non me l’aspettavo. Non ho dormito per due settimane. Sicuramente mi ha aiutato la mia duttilità tattica. Finale contro Higuain e Fernandez? In quelle partite non ci sono amici”.