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Il pagellone azzurro 2013-2014 di Boris Sollazzo: “Il lavoro di Benitez è stato eccelso, il futuro ci sorriderà. Per il prossimo anno prenderei…”

Il noto e talentuoso giornalista, scrittore e grande appassionato di calcio e di Napoli Boris Sollazzo, ha partecipato al nostro Pagellone 2013-2014, approfondendo numerosi temi sul presente ed il futuro del club di De Laurentiis, in particolar modo soffermandosi sugli obiettivi da raggiungere il prossimo anno, sul mercato e sulla questione legata al restyling del “San Paolo”. Ecco quanto ha dichiarato in esclusiva alla redazione di SpazioNapoli.

LA SORPRESA. “Su due piedi direi senza dubbio che chi mi ha impressionato in questa stagione sono stati Callejon e Mertens ma non possiamo definirli sorprese. Già conoscevamo il loro grande valore, sapevamo che fossero buoni giocatori ma in azzurro sono diventati dei campioni. Il prossimo step sarà confermarsi top player, quei fuoriclasse che riescono a fare le fortune di qualsiasi club e che tra qualche anno andranno magari via con una valutazione triplicata rispetto al loro arrivo a Napoli, a livello dei vari Cavani o puntando ancora più in alto, Bale. Per queste ragioni, credo che la vera sorpresa partenopea nel senso letterale del termine sia Henrique. Il brasiliano è il simbolo del Napoli di Benitez, facendo ricredere tutti gli scettici che al momento del suo acquisto storcevano il naso, me compreso. E’ la giusta e completa fotografia della squadra e del tecnico spagnolo, che non hai mai escluso nessuno, valorizzando tutti gli uomini che aveva in rosa. A Napoli spesso si parla senza sapere ma il brasiliano ha dimostrato sin da subito e senza paura il suo valore, con prestazioni sempre al top ed un gol magnifico. E’ una pedina importantissima, tra i miei giocatori preferiti azzurri”.

LA DELUSIONE. “Sarebbe facile dire Behrami o Hamsik ma non me la sento di indicare loro. Sicuramente sono stati lontani parenti dei fuoriclasse dello scorso anno, sia perché spesso fermati da brutti e noiosi acciacchi fisici ma anche perché poco valorizzati dal modulo di Benitez. Lo svizzero credo andrà via mentre confido nel capitano, importantissimo per tutta la squadra. Colui che mi ha davvero deluso anche dal lato più umano è stato invece Zuniga. Per lui è stato un anno brutto, con una pessima gestione del suo infortunio. Ha tirato la corda e spero possa ripagare la società di tutti gli sforzi che ha fatto per confermalo non giocando poi praticamente mai”.

IL FUTURO. “Inutile negarlo, tutti ormai aspettiamo con ansia lo Scudetto. L’innesto di Koulibaly è stato un ottimo punto di partenza, un segnale chiaro della società, che vuole crescere e migliorarsi ancora per puntare a qualcosa di importante. Magari non ci sarà il colpo alla Higuain poiché l’ossatura della rosa c’è, è forte e non verrà modificata come successo dopo la cessione di Cavani ma, con qualche cessione e con acquisti mirati, si potrà puntare ancora più in alto. Come ho sempre detto, è più facile imparare a vincere contro l’Empoli o il Latina piuttosto che battere squadre come Juventus, Borussia Dortmund, Arsenal ed affini. Il Napoli paradossalmente riesce ad essere grandissimo con le big, meno con le squadre più piccole ma il problema è facilmente risolvibile e credo che gli azzurri abbiano già acquisito la mentalità giusta per riuscirvi. Serve poi concentrazione e maggiore duttilità tattica e si potranno fare davvero grandi cose”.

L’ACQUISTO PER IL SALTO DI QUALITA’. “Sicuramente Mascherano.  Da ciò che riportano le mie autorevoli fonti, il Napoli aveva già un preaccordo con il Barcellona fatto a gennaio ma adesso a tentennare è il giocatore, fortemente tentato dalle sirene del Liverpool, squadra dove ha già giocato e come piazza sicuramente più tranquilla di Napoli. Tutto passa per lui e sarà uno snodo importante anche per il restante mercato: spero davvero possa arrivare, è un giocatore fantastico e può davvero fare la differenza. A riguardo sono molto ottimista”.

RESTYLING DEL SAN PAOLO O NUOVO STADIO. “Punto senza dubbio sul restyling del San Paolo, ora vi spiego perché. In primis, non credo che in Italia verranno fatti nuovi impianti stellari in tempi brevi e prevedo che anche il progetto del nuovo stadio della Roma sarà un flop.  Dovrebbe succedere solo qualcosa come avvenuto a Torino con lo Juventus Stadium, che comunque è nato in un luogo che lo valorizza poco e che, a parte il lato sportivo che ne ha fatto un vero e splendido fortino della squadra bianconera con 19 vittorie casalinghe su altrettante gare, non porta i profitti extra che dovrebbe. Lì c’è stata l’intenzione dell’intera città di costruire un nuovo stadio, svendendo il terreno, un’operazione globale che ha investito tutti, cosa che qui non accadrà mai anche perché non esiste a Napoli una zona così ampia anche da bonificare per costruire una cittadella del calcio azzurro. Punto quindi sul restyling del nostro amato ed intoccabile San Paolo: eliminare la pista di atletica, aumentare la capienza, riempirlo di colore lasciandolo però accessibile comunque a tutti, con prezzi più o meno popolari. Nel progetto del nuovo stadio giallorosso ad esempio ciò non accadrà, con prezzi esorbitanti per tutti i settori: se pensano che così sarà debellato il problema del tifo violento, sono lontani anni luce. Vogliamo degli stadi ricchi di passione, colore e tifo sano, com’erano negli anni ’90: un impianto a misura di tifosi, quelli veri, debellando la frangia più violenta ed insensata ma con altri tipi di provvedimenti”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Alessia Bartiromo
RIPRODUZIONE RISERVATA

Articolo modificato 26 Mag 2014 - 23:28

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