SPAZIO MONDIALE – Intensità e velocità, è tornata Arancia Meccanica!

La vendetta è un piatto che va servito freddo. E’ questo quello che ha pensato ieri Robben poco prima di scendere in campo e sono abbastanza sicuro che l’attaccante del Bayern, dopo i novanta minuti che hanno celebrato ancor di più la sua grandezza, è rientrato nello spogliatoio con l’aria di quello che può dire: “Missione compiuta”. E’ tornata Arancia Meccanica, è tornato il ritmo vertiginoso e spasmodico con cui solo gli olandesi sanno giocare al calcio. Una storia quella dei tulipani, fatta di insegnamenti e di tante sconfitte.

I Paesi Bassi sono la nazionale perdente per eccellenza. Probabilmente il loro popolo ha rivoluzionato il mondo del pallone, lo ha trasformato in uno sport diverso, ma allo stesso tempo non ha saputo firmare il cambiamento con la vittoria più importante, quella del mondiale. Il calcio totale, quello dei difensori a zona che all’occorrenza creano spazio, quello delle sovrapposizioni e degli inserimenti e degli attaccanti mobili, non è mai riuscito a prendersi il titolo che ha sempre dimostrato di meritare. I due secondi posti del ’74 e del ’78 gridano ancora vendetta, perché la bomba tattica si è fermata proprio nel punto più bello, quello di concretizzare. Frenata spesso e volentieri dal suo limite più grande e più affascinante, la bellezza, l’Olanda di Cruijff ha sempre fallito quando c’era in palio la coppa, dando vita all’incubo più grande della storia dei campionati mondiali, una ossessione che ha accompagnato gli Orange anche nel 2010 in Sud Africa.

La squadra di Van Persie, Robben e Sneijder non può essere minimante paragonata a quella fenomenale degli anni ’70, ma nonostante ciò, è riuscita ad arrivare sino in fondo. I puristi del calcio erano impauriti dalla possibilità che l’Olanda del nuovo millennio superasse quella del calcio totale con la vittoria più prestigiosa. Per loro fortuna tutto ciò non è accaduto, perché proprio in finale a Johannesburg è ritornato l’incubo degli eterni secondi.

Robben ha ancora il sapore di quel tiro sbagliato a porta spalancata, un tiro che forse oggi gli lascerà meno amaro. Se ieri, la Spagna fosse stata battuta con un semplice 2 -1 non si sarebbe potuto minimamente parlare di vendetta. E’ da stupidi, infatti, mettere a confronto una gara di girone con la finale. Il modo con cui è arrivata la vittoria orange però porta a questo termine, visto che gli iberici sono stati umiliati nella loro filosofia che da sei anni li porta ad essere in cima al mondo. Il risultato di 5 -1 non lascia scampo e non rivela altre certezze, se non quella che, almeno per una notte è ritornata l’Arancia Meccanica. Van Gaal, da grande maestro di football, ha costruito i meccanismi perfetti per ingrovigliare Del Bosque. Con una difesa giovane e dai piedi buoni, ha bilanciato un centrocampo fatto di gran sostanza e di gran gamba per interrompere il tormento del tiki taka e poi ha lasciato carta bianca alla strepitosa portata del suo attacco. Elementare Watson, ma non più di tanto alla vigilia, dato che nessuno avrebbe scommesso un centesimo su questa forza olandese. Adesso sono per molti addirittura i favoriti, ma è presto. L’unica cosa certa è che se mantengono il ritmo indiavolato di ieri, sarà per tutti impossibile fermarli anche perché le cosiddette lacune sono venute meno. Nella settimana precedente al mondiale, in molti abbiamo dubitato su di loro, considerando anche che trapelavano notizie di uno spaccamento interno allo spogliatoio. Le ultime prestazioni di Robben con il Bayern, quelle di Van Persie con lo United e il folletto Sneijder andato a trovar fortuna in Turchia, parevano confermare la nostra tesi. Adesso dobbiamo cambiare subito opinione, come dobbiamo cambiare opinione sulla Spagna.

E’ ancora prematuro il tempo per celebrare il De Profundis di Casillas e compagni, non fosse altro che gli iberici sono ancora in gara. Certo è che ora sarà difficile per loro aver strada libera in questo mondiale. Con la sconfitta di ieri, anche se passassero il turno, si troverebbero in lotta di collisione con il Brasile già a partire dagli ottavi. E se teniamo presente il modo con cui ha vinto la Selecao giovedì, non è una bella notizia in tutti i sensi. La nazionale spagnola però è vicinissima al tramonto e il loro ciclo pare essere destinato a finire ben presto andando a completare il cammino che ha portato il Barcellona dal tetto d’Europa a terza squadra della Liga.

Oggi scende in campo l’Italia di Cesare Prandelli. Tanta curiosità e tanta paura per una nazionale che non sembra essere ai suoi massimi livelli storici. Più che al gruppo, gli italiani sono attaccati alla speranza e alla ricerca di quel po’ di fortuna, che tenendo presente i giocatori che abbiamo, non farebbe male. Con l’Inghilterra ci si gioca già tutto e una non vittoria potrebbe essere vista come una pre-eliminazione assai cocente.

 

Gennaro Sgambati

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