Italia sconfitta da errori e orrori tattici di Prandelli

Non è la Corea del Nord del ’66 ma poco ci manca. Un’Italia molle e tatticamente sbagliata finisce per capitolare di fronte alla Costa Rica che con merito conquista vittoria e qualificazione agli Ottavi di Finale (seconda volta nella storia, la prima era stata ad Italia ’90).

Due errori macroscopici in avvio di gara impediscono all’Italia di esprimersi al meglio: il primo è la scelta di Abate con il conseguente spostamento di Darmian a sinistra, una mossa che ha di fatto distrutto una delle cose migliori viste contro l’Inghilterra ovvero la catena di destra Darmian-Candreva; per di più si sono palesate tutte le difficoltà di Abate, probabilmente inadatto a giocare partite di livello mondiale. Il secondo errore è la scelta di Thiago Motta. La chiave del funzionamento del “triangolo magico” De Rossi-Pirlo-Verratti che aveva fatto ammattire gli inglesi stava proprio nella mobilità del centrocampista del Paris Saint Germain capace di galleggiare sulla linea di centrocampo liberandosi per ricevere palla.

Motta ha certamente portato fisicità alla mediana, ma è crollato fisicamente dopo i primi 30’ e con il suo passo lento ha fatto sì che tutti e tre i centrocampisti finissero col subire il pressing alto degli avversari. Di conseguenza grandi difficoltà nell’avviare l’azione e nel portare palla dalla difesa alla trequarti, infatti le due occasioni di Balotelli nel primo tempo sono state generate da due lanci di Pirlo che ha scavalcato 30 metri di campo per evitare il pressing costaricense.

Viste le difficoltà della squadra, finita pure sotto nel punteggio allo scadere della prima frazione, Prandelli ha ridisegnato la squadra in avvio di ripresa togliendo Motta per Cassano e disponendosi con una 4-2-3-1 dove il fondamentale ruolo dei trequartisti era svolto da due esterni già allo stremo, di cui Marchisio adattato. L’altro problema era costituito da Cassano stesso, infatti il trequartista centrale in questo modulo ha il compito di tornare a centrocampo a coprire per poi rilanciare l’azione muovendosi senza palla, ovvero tutte azioni ben lontane dalle caratteristiche del barese.

Il CT ha provato allora a correggere i problemi inserendo prima Insigne e poi Cerci, ma il primo non è stato servito sull’esterno, il secondo invece ha dimostrato una volta di più l’incapacità di farsi valere in nazionale e la sua attitudine di giocatore prevalentemente contropiedista. Si sono trovati dunque di fronte il 5-4-1 stretto e organizzato della Costa Rica e il 4-2-3-1 dell’Italia, improvvisato e male interpretato mancando di fatto sia la corsa dei mediani che le sovrapposizioni dei terzini.

Prandelli alla fine è stato tatticamente surclassato dal tecnico avversario Pinto. Lasciano perplessi poi le sue dichiarazioni a fine gara di sorpresa per l’aggressività degli avversari con un pressing alto, come se non avesse visto la prima gara dei centroamericani contro l’Uruguay.
Per la prossima gara aspettiamo di vedere per quali scelte opterà in CT in un’altra gara da disputarsi in condizioni climatiche dure (13.00 ora locale) contro un avversario che avrà anche un giorno di riposo in più; certamente servirà un’interpretazione del match ben diversa da quella vista stasera e forse anche un robusto turn over per garantire la necessaria freschezza atletica.

Andrea Iovene
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