Un anno intenso, 365 giorni volati in un soffio che hanno rappresentato un vero e proprio spartiacque del nuovo corso azzurro iniziato dal presidente Aurelio De Laurentiis dieci anni orsono. Il primo anno di Rafa Benitez al Napoli, non un allenatore qualsiasi, un vero e proprio guru del calcio Mondiale che ha portato alle pendici del Vesuvio un bagaglio inestimabile di esperienza, la visione di un calcio perfettamente in simbiosi con quel processo di internazionalizzazione tanto ricercato dal patròn azzurro.
Rafa-Revolution – “Rafa Benitez è il nuovo allenatore del Napoli. Un uomo di grande esperienza internazionale. Un leader“. Con queste parole, a corredo dell’immancabile tweet e foto di rito De Laurentiis dava inizio al progetto Benitez. La parentesi Mazzarri era ormai alle spalle, superati gli strascichi e i veleni che avevano caratterizzato l’addio del tecnico livornese il Napoli voltava pagina. Lo faceva nel modo migliore possibile, con l’allenatore fresco vincitore dell’Europa League alla guida del Chelsea, a curriculum un palmarès di livello assoluto: 1 Champions League, 2 Europa League, 1 Supercoppa Uefa, 1 Mondiale per Club, 2 campionati spagnoli, 1 Coppa d’Inghilterra e 1 Community Shield. Una bacheca da brividi, ma soltanto una delle tante sfaccettature nascoste da quel sorriso sornione e quell’aplomb da signore di un calcio troppo spesso teatro di isteria e momenti deprecabili. Austero ma disponibilissimo, da incorniciare la “lezione tattica” in conferenza stampa, deciso ma pronto sempre a predicare calma e pazienza, l’impatto dal punto di vista comunicativo è stato eccezionale. Un uomo di calcio a 360°, forte delle sue esperienze da manager all’inglese ha praticamente affiancato il D.S azzurro Riccardo Bigon, dettando i ritmi di una campagna acquisti impeccabile, tutti tasselli perfettamente incastonati nel suo scacchiere, fondamentale nel persuadere i titubanti, Rafa Benitez in panchina è garanzia di serietà e progetti ambiziosi. Lungimirante dal punto di vista societario, ha sempre puntato l’indice nei confronti delle strutture, non all’altezza di un club con le aspirazioni del Napoli. Un nodo cruciale con il quale permettere agli atleti di crescere e rendere al meglio, e perché no, invogliare altri calciatori di livello ad approdare in riva al Golfo, invito repentinamente accolto da De Laurentiis che ha già dato inizio ai lavori. Dal punto di vista tecnico i risultati sono sotto gli occhi di tutti, un titolo in bacheca, la quinta Coppa Italia partenopea, e permettete a Napoli non fa mai male, una entusiasmante galoppata in Champions League dove solo la sorte non ha permesso agli azzurri di accedere agli ottavi, e l’obiettivo Champions 2014-2015 raggiunto, anche se dalla porta di servizio dei preliminari. Un calcio propositivo e votato allo spettacolo e al divertimento, su tutti i campi, in qualsiasi competizione, specchio di un Napoli sicuramente in progress, ma che ha ormai raggiunto una dimensione dai tratti ben definiti.
Piccole battute d’arresto – In un quadro totalmente idilliaco va comunque, nei limiti, posto l’accento su quelle piccole lacune che non hanno permesso al Napoli di raggiungere risultati forse alla portata nel corso di questa stagione. La Juventus dei record era praticamente irraggiungibile, ma la seconda piazza, che avrebbe garantito con tranquillità un accesso diretto ai gironi di Champions League, con maggiori certezze anche dal punto di vista del mercato estitvo, non rappresentava una chimera. La Roma di Garcia ha disputato una stagione eccezionale, ma forse, con una maggiore concretezza, figlia di una conoscenza che ora, dopo una prima intera annata in serie A, il tecnico può vantare nel campionato italiano, sarebbe stata raggiungibile. I tanti punti persi con le piccole, alcune addirittura retrocesse, hanno pesato come macigni nell’economia del campionato azzurro. In Italia si è maestri nell’annullare gli avversari, non nel proporre il proprio gioco, talvolta è necessario adattare il proprio credo tattico a discapito delle contingenze, fattore che per alcuni tratti si è dimostrato indigesto al tecnico madrileno. Nota stonata anche il cammino in Europa League, dove il Napoli ha superato a fatica i gallesi dello Swansea per poi uscire mestamente con un Porto tutt’altro che insuperabile. Appunti che come detto, fanno solo da corollario ad un’annata che resta da incorniciare, partendo dalla consapevolezza che iniziare una vera e propria rivoluzione non è mai semplice.
Continuare per la propria strada, consapevoli degli enormi margini di miglioramento e imparando dai piccoli errori, questo l’auspicio per il prossimo anno in azzurro di Rafa Benitez, un anno da ricordare è ormai alle spalle.
Edoardo Brancaccio
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