“Studio la cantera del Barcellona, la nostra si chiamerà scugnizzeria. Visiterò e studierò le strutture organizzative del Barcellona. Voglio capire, con grande umiltà, come lavorano e come gestiscono la loro cantera. Dobbiamo imparare ad imitare i modelli che adatteremo alla nostra scugnizzeria. Il Barcellona e l’Ajax sono all’avanguardia”.
Così, il 22 agosto 2011, Aurelio De Laurentiis istituì virtualmente la “scugnizzeria”, ossia il vivaio all’interno del quale il Napoli avrebbe costruito i futuri talenti per competere contro le grandi potenze mondiali. Parole importanti, un progetto fondamentale che, a distanza di tre anni, non ha però ancora preso il via.
L’ultima azione che ha messo, ancora una volta, una pietra (anzi, un macigno) sull’idea “scugnizzeria” è andata in scena ieri. Armando Izzo, 22enne difensore napoletano in comproprietà tra Napoli ed Avellino, è stato completamente riscattato dal club irpino. Una delle rivelazioni dell’ultima serie B, un prospetto interessantissimo lasciato andare via per un pugno di euro. Non si conosce la vera motivazione che ha spinto il club partenopeo a perdere uno dei suoi giovani più interessanti: c’è chi parla di “errore tecnico”, ossia di un Napoli che avrebbe sottovalutato la forte intenzione dell’Avellino di non privarsi del difensore. Se così fosse, il mancato riscatto di Izzo sarebbe ancor più grave.
L’arrivo di Koulibaly poi rende ancor più incomprensibile la scelta: perché spendere soldi per un giovane difensore straniero, avendo già in casa l’alternativa? Benitez quest’anno, rispetto alla gestione Mazzarri, ha fatto più turn over ed ha ritagliato un piccolissimo spazio, almeno nei minuti finali dei match, ai vari Radosevic e Bariti. Tuttavia, il cambio totale di rotta, da questo punto di vista, non c’è stato ed il Napoli continua a mandare in giro per l’Italia i suoi giovani.
Eppure la Primavera azzurra, negli ultimi anni, ha dimostrato di essere all’altezza di club più blasonati, ottenendo uno storico accesso agli ottavi di finale della Youth League, uscendo soltanto negli ultimi secondi contro il Real Madrid.
Quando faremo crescere in casa nostra gente come De Rossi, Florenzi e Totti? La strada è ancora lunga…