Il giorno della verità, è il giorno della Partita e, confesso, immaginare che una tra Italia e Uruguay debba tornare a casa immalinconisce un po’ gli amanti del calcio: ma vanno fatti i complimenti alla Costa Rica, perché la sua qualificazione è stata meritatissima.
Il “girone della morte” ha fatto due vittime eccellenti: pensavamo toccasse solo ad una, tra le tre Grandi Nazionali, ognuna di essa vincitrice di almeno un Mondiale, invece abbiamo scoperto la più grossa sorpresa, che fa di Italia-Uruguay uno spareggio. È una partita che si gioca su un filo sottilissimo, che può essere decisa da un dettaglio, che non può vivere sulla sfida tra Balotelli e Suarez o tra Immobile e Cavani, perché le sfide le decidono le squadre e dunque la loro organizzazione. Resto dell’avviso che tatticamente la gara dell’Italia con l’Inghilterra sia stata molto bella e che Prandelli l’abbia preparata bene; così come che le scelte con la Costa Rica (prima dentro Cassano, poi Insigne) mirassero a cambiare la capacità di attaccare degli azzurri.
In Italia-Uruguay non si può scegliere una favorita, perché basta poco a cambiare il destino di un match, e quando ti giochi il Mondiale in un’ora e mezza, la differenza può essere stabilita persino da un evento inaspettato. Però è indiscutibile che l’Italia abbia tantissima qualità tecnica e nonostante l’infortunio di De Rossi abbia una serie di palleggiatori invidiabili: così come è indiscutibile che Suarez abbia portato energia fresca all’Uruguay, cambiandone non soltanto l’umore ma persino l’intensità e il ritmo.
È stato, finora, un Mondiale che ha ribadito un concetto espresso nella prima rubrica: non è per niente semplice per le squadre europee andare a giocare in Sud America. Sono già fuori la Spagna e l’Inghilterra, si sono imbattute nel cado e nell’umidità il Portogallo e la Russia, che rischiano – una con il pallone d’oro in campo e l’altra con Capello in panchina – di essere eliminate già al primo turno: siamo entrati già in una fase decisiva, perché andare agli ottavi e abbinarsi bene ha un suo valore. Ecco perché io continuo a ritenere che chi tra Italia ed Uruguay riuscirà a salvarsi avrà poi comunque buone possibilità di fare strada. Glielo consentirà innanzitutto l’adattamento al clima ed anche una certa familiarità con il campo, con il terreno di gioco.
Va anche detto che il calcio attuale, quello che stiamo vivendo, viene inevitabilmente influenzato da quanto accade nel corso delle stagioni: le sconfitte della Spagna ne sono la testimonianza e, avevamo avuto modo di rifletterci su, lo stress d’un campionato che si è concluso solo all’ultima giornata in quello spareggio tra Atletico Madrid e Barcellona e la pressione, lo sforzo (fisico e psicologico) che hanno sostenuto il Real Madrid ed il Siviglia, con i loro impegni europei, hanno affaticato una Nazionale che era stata capace in precedenza di vincere tutto e che, rileggendo le dichiarazioni di Xabi Alonso, forse aveva altro dentro di sé.
Ma questo è il grande giorno di Italia-Uruguay e posso immaginare come la gente lo viva: Prandelli ha a disposizione non soltanto moltissimi uomini che sanno giocare al calcio, ma che capiscono anche di calcio, che sanno affrontare situazioni così delicate, ed un tasso tecnico dei singoli che può rappresentare un bel vantaggio e che eviterà di fare calcoli.
Fonte: Corriere dello Sport