De Magistris al Corriere del Mezzogiorno: “Oggi è un giorno di dolore per Napoli. La morte di Ciro apre una ferita profonda!”

In una lettera inviata al Corriere del Mezzogiorno, il sindaco Luigi De Magistris ritorna sul caso Ciro Esposito ed esprime ancora una volta tutto il suo cordoglio alla famiglia del ragazzo napoletano. Ecco le sue parole:

“Oggi è un giorno di dolore per la nostra città. Senza aggettivi rafforzativi, perchè è sufficiente il sostantivo. Il dolore e basta. Oggi è uno dei giorni più difficili da quando sono sindaco ed uno dei giorni che maggiormente segneranno la mia esistenza. Lo dico da napoletano, da referente istituzionale e, mi sia concesso, anche da essere umano. La morte di Ciro apre una ferita profonda nella nostra comunità, per questo la decisione di proclamare il lutto cittadino. Lo dico senza filtro emotivo, senza mezze parole, senza parafrasi. Lo dico perchè ho avuto il privilegio di conoscere i familiari di Ciro: esempio di fierezza, coraggio e compostezza, a fronte di una sofferenza che immagino sia lacerante. Lo dico perchè ho potuto vedere i volti giovani dei suoi amici e quelli dei suoi parenti, “sentinelle” di preoccupazione e affetto lungo il corridoio del Policlinico Gemelli. Lo dico perchè non un sentimento di vendetta o livore ho sentito provenire, in queste settimane difficili, dalle loro labbra che, in particolare grazie a mamma Antonella, hanno pronunciato, invece, il suono altissimo e chiaro di una richiesta di giustizia, affinchè non si produca altra violenza e lo sport del calcio possa tornare ad essere strumento di promozione di convivenza, solidarietà e divertimento. Oltre alla compostezza e alla responsabilità di questa famiglia, oggi piegata da un lutto che la segna per sempre, non posso non ricordare la fierezza con cui questa stessa ha, fin dal primo momento, difeso la propria provenienza: quel territorio di Scampia troppo spesso automaticamente assimilato a camorra e malaffare, ad illegalità e degrado. Ciro era una persona perbene, un tifoso del Napoli, un ragazzo di Scampia: perchè si può essere perbene anche se si abita a Scampia e se si è tifosi accaniti. Lo dico ai tanti che, in modo strisciante, generando una pastoia di razzismo e clichè, di moralismo e luoghi comuni, hanno, maliziosamente, cercato di veicolare un messaggio contrario. Da sindaco di Napoli non posso che ringraziare questa famiglia, dunque, per la lezione di responsabilità e di amore che hanno offerto alla nostra comunità. Immagino non sia stato facile per loro, vista la condizione emotiva vissuta, evitare di cedere alla pulsione, pur umanamente comprensibile, del livore e dell’astio. Ci hanno consegnato, invece, un insegnamento che dobbiamo custodire collettivamente e che rappresenta anche il modo migliore per ricordare Ciro. La città di Napoli, e questo da sindaco ho il diritto-dovere di sottolinearlo, fin dai primi momenti successivi agli accadimenti del 3 maggio sera, è stata oggetto di un tentativo di strumentalizzazione e mistificazione inaccettabile: finita sul banco degli imputati, collettività processata, città vittima trasformata in soggetto carnefice. A questo tentativo Napoli ha risposto, anche all’interno dello stadio quella sera stessa, con grande dignità e compostezza, non cedendo alla spirale dell’odio e della provocazione, di fatto facendo naufragare quel tentativo stesso di strumentalizzazione e mistificazione messo in atto. In queste ore dobbiamo proseguire, come richiesto dai familiari di Ciro, su questa medesima strada, secondo quello che deve essere il ruolo della nostra città: capitale di un Mezzogiorno coraggioso e fiero, avamposto di solidarietà e inclusione che, in queste ore, si stringe intorno alla famiglia di Ciro”.

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