Da Benitez a Mertens e De Laurentiis, calcio e cultura è un binomio perfetto per la rinascita di Napoli

Un calciatore quando viene a Napoli, piange due volte: quando arriva e quando se ne va. Chi può dimenticare le lacrime di Lavezzi, del Pampa Sosa o dell’arciere Calaiò, ancora nel cuore di tanti tifosi? La splendida città partenopea ha incassato spesso commenti negativi da chi, in fondo, non l’aveva mai vista e vissuta da vicino, con la sua storia, i suoi colori, la sua gente. Poi, improvvisamente, tanti hanno cambiato idea e c’è chi se n’è perdutamente innamorato. Il calcio, si sa, è lo sport che unisce il mondo e, talvolta, gli stessi giocatori diventano “idoli” dei ragazzi ma anche degli adulti. Negli ultimi anni, il radicale cambiamento con l’arrivo di Aurelio De Laurentiis, il capitano per eccellenza della nave azzurra, il quale ha scelto una direzione di alto livello per rendere i tifosi orgogliosi del suo lavoro, si è percepito forte e chiaro soprattutto a livello internazionale.

Ma per arrivare a nomi altisonanti, bisogna pure garantire loro un posto sereno in cui vivere questa esperienza. Il Patron ha raccontato che più volte un calciatore ha rifiutato Napoli non per la squadra ma per la città, infliggendo una delusione extra calcistica a tutti i tifosi del Napoli. Non si dimentica, per esempio, Adil Rami, il calciatore ex Valencia, il quale decise di non vestire tale maglia per una questione di ambientamento. Chissà se adesso se ne starà mangiando le mani.

Il francese è solo uno dei molteplici  esempi di pregiudizi inutili. Benitez, uomo di cultura e di una certa intelligenza, ha invece dato lustro a questa città attraverso i post sulla sua pagina ufficiale, raccontando le sue giornate tra il Palazzo Reale, la Reggia di Caserta e la Cappella Sansevero, passando poi per visitare le altre ricchezze immense di Napoli e provincia. Le descrizioni dettagliate, gli apprezzamenti e lo stupore per tali bellezze, hanno spinto l’assessore alla cultura ed al turismo della Regione Campania, Pasquale Sommese, a “nominare” Rafa “ambasciatore”. L’allenatore spagnolo, però, non è l’unico a fare buona pubblicità. Tanti dei nuovi giocatori azzurri, infatti, nelle interviste hanno palesato la loro gioia nell’aver scoperto una città bellissima sotto tanti aspetti.

Dries Mertens, il folletto belga amato da tutti ma proprio tutti i tifosi, ha speso sempre parole d’amore nei confronti di Napoli, definendola addirittura la città ideale per vivere. Proprio oggi al quotidiano Four Four Two ha ribadito il suo fortissimo legame con la città sotto l’ombra del Vesuvio: “Lo confesso, non sapevo che fosse così bella e tanto grande. Quando ero in Belgio e seppero del mio trasferimento a Napoli, tutti mi dicevano che sarebbe stata una brutta esperienza, che avrei trovato una città sporca, poco organizzata, con un’architettura cadente e persone quantomeno strane. Non è così e voglio dirlo pubblicamente. Qui è tutto bellissimo, uno dei posti migliori per pensare a una vacanza. Prima, nessuno della mia famiglia immaginava di venire qui da me, adesso la mia casa è diventata un albergo. Giuro, ormai vengono in tanti, tutti da me. E poi diventa difficile farli andar via… La mia famiglia c’è stata per intero, mio fratello addirittura 5 volte, recentemente anche 14 amiche della mia fidanzata, tutte di Leuven e tutte insieme. Io sono stato costretto a lasciare la mia casa, sono andato a dormire da Gonzalo Higuain, è un amico molto generoso“.

C’è poco da aggiungere. Nonostante le origini nordiche, ciò che più ha apprezzato l’attaccante è il calore della gente, un vero e proprio toccasana per chi ha bisogno di ambientarsi in un posto molto differente da quello in cui era vissuto prima. I sudamericani, inutile dirlo, hanno respirato subito l’aria di casa, quella che mancava davvero loro una volta sbarcati nel Vecchio continente. Insomma, calcio e cultura camminano a braccetto, unendo l’utile al dilettevole. Lo stesso presidente azzurro Aurelio De Laurentiis ha promosso questa campagna affinché Napoli potesse diventare una capitale moderna di turismo e iniziative importanti.

In una sua intervista qualche giorno fa, non si è tirato indietro nel proporre idee interessanti per la riqualificazione del territorio: “Napoli è una Eldorado con le pepite d’oro nascoste e sporche di fango. Basterebbe mettere a regime tutte le possibilità del territorio per tirarne fuori una piccola Svizzera e se ci fosse una rete di cento napoletani che hanno a cuore la Campania e volessero metterci la faccia e il denaro, io ci starei“. Il progetto è ben chiaro nella mente dell’imprenditore azzurro: dopo la rinascita del Napoli calcio, è giunto il momento di dare nuova vita ad una città che pullula di idee e voglia di cambiare. Palla alle istituzioni, adesso.

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