Il Mondiale dei Mondiali hanno detto in tanti e la previsione è stata rispettata: tante gare spettacolari, intense, che ci hanno conciliato con il vero calcio, ricco di passione, sentimento, tecnica, tattica e voglia di vincere. Ha vinto la Germania, la squadra forse più completa e continua, che ha sempre dimostrato un grande amalgama sciorinando spettacolo e competenza, dimostrandosi come un tutt’uno capace di ammaliare e sorprendere i tifosi. Tanto di cappello però all’Argentina, che aveva tutte le carte in regola per alzare la Coppa al cielo di Rio, in particolar modo ieri sera quando ha disputato una buona gara ed un ottimo primo tempo. Partito titolare per la sfida finale Gonzalo Higuain, vero trascinatore del team allenato da Sabella. Sui piedi del Pipita due ottime occasioni che non hanno trovato miglior fortuna, compreso una rete annullata per fuorigioco.
Purtroppo, non godeva del completo appoggio dei compagni di squadra ed in particolar modo di un Messi completamente abulico e che appariva fortemente sotto tono. Il fuoriclasse del Barca tra il primo ed il secondo tempo, ha avvertito un malore psicosomatico ed anche nella ripresa è apparso irriconoscibile. Il secondo errore colossale l’ha commesso il cittì sudamericano: fuori Lavezzi ed Higuain, i migliori in campo e dentro Aguero e Palacio. Il secondo subentrato ha sbagliato completamente tutto, portandosi sulla coscienza almeno due errori colossali. Resta l’amarezza per una grandissima occasione sciupata ed una finale che ha fruttato soltanto un secondo posto.
Tutto sommato però, il Mondiale degli argentini in forza al Napoli è stato positivo: in particolar modo Higuain, è stato fondamentale con la rete al Belgio nei quarti di finale e con le belle prestazioni che gli hanno fatto ottenere la massima stima e fiducia da parte dei compagni e di Sabella. Trovando spazio poco alla volta, ha dimostrato di essere un giocatore completo, molto votato allo spirito di sacrificio per la squadra. Forse, deve completarsi ancora sotto il profilo del carattere ma in questi casi, anche l’esperienza fa tanto. Il suo l’ha fatto: forse ci si aspettava qualcosa di più ma non è assolutamente stato deludente.
Qualche buono sprazzo all’inizio della competizione anche per Fernandez: la concorrenza in difesa era tanta ed era praticamente impossibile privarsi di leader quali Mascherano o Zabaleta. Il numero ventuno azzurro è cresciuto e maturato tanto, con un’esperienza calcistica che difficilmente dimenticherà. Zero presenza ma tanto lavoro sporco in panchina per Andujar che, ieri durante la finale, si è anche improvvisato traduttore con i guardalinee. Aver fatto parte di un gruppo splendido come quello dell’Argentina al Mondiale è stato un onore per molti, un altro tassello che si aggiunge ad una carriera brillante ed ancora in progress. Da oggi vacanza ma soprattutto, si tornerà soltanto a pensare al Napoli, perché il miglior modo per smaltire una brutta delusione, è costruire subito qualcosa di ancora più importante.
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Articolo modificato 14 Lug 2014 - 01:58