Era il 6 gennaio 2014, l’Udinese era appena stata battuta in casa per 3-1 dal Verona, e Totò Di Natale annunciave ai microfoni di Sky Sport la sua volontà di abbandonare il calcio: “A fine stagione smetto. Ne ho già parlato con la mia famiglia e il mio procuratore, poi ne parlerò con la società”. Ma, in fondo, anche uno come lui può cambiare idea.
Ieri Antonio Di Natale ha rifiutato, per l’ennesima volta, l’offerta del Guangzhou, la squadra cinese allenata da Lippi, con Diamanti come star italiana. Totò ha rinunciato ai 10 milioni più bonus offerti dai cinesi, per restare in Friuli, vicino alla famiglia. E per cominciare l’undicesima stagione con l’Udinese. Maglia numero dieci rigorosamente sulle spalle.
La storia di Totò Di Natale ti riavvicina al calcio. Perchè 387 presenze e 175 gol con la maglia bianconera sulle spalle non si scordano. Perché 158 presenze e 49 gol con indosso la casacca dell’Empoli, il suo primo amore, sono tanti. Totò Di Natale ti riavvicina al calcio perché a 37 anni compiuti continua a sguazzare sui campi di Serie A, facendo impazzire le difese avversarie. Perché è stato l’unico a tenere il ritmo di Cristiano Ronaldo e Messi per le reti segnate dal 2009 al 2011. Perché è l’unico italiano nella storia ad avere segnato in tutte le competizioni nello stesso anno (era il 2005, e segnò in Campionato, in Coppa Italia, in Coppa UEFA e in Champions League). Perché è stato il primo, dopo Beppe Signori, ad aver vinto la classifica cannonieri per due anni consecutivi.
La storia di Totò Di Natale ti riavvicina al calcio per il suo modo genuino di vivere per cose. Per la sua nostalgia nel ritiro dell’Empoli, quando a 13 anni volevo solo tornare a casa, e dicono sia stato Montella l’unico a convincerlo a restare. Per il suo rifiuto ai migliori club italiani, ai milioni della Juve, alla gloria del Milan. Insomma, Totò Di Natale è uno di quei giocatori da tenersi stretto. Perché, come dicono, il calcio è di chi lo ama.
Raffaele Nappi
Articolo modificato 20 Lug 2014 - 11:03