Normale, anti-divo e anti-calciatore, eppure speciale. Il vero gioiello del mercato internazionale ce l’ha il Napoli ma lui, José Maria Callejon, fa finta di non saperlo. E’ un soldato, un combattente, in campo non parla, non si lamenta se un compagno lo costringe a uno scatto inutile, quando torna a casa si gode la figlia India, nata a Napoli, e la sua incredibile normalità.
Ma com’è ‘originale’, invece, signor José Maria Callejon…
“Sono fatto così e non cambierò. C’è chi lavora in un ristorante e c’è chi fa il calciatore. L’approccio è lo stesso. Sono quello della porta accanto, lo considero un punto a favore, non un limite”.
Però uno potrebbe anche rivelarlo.
“Vorrei sfidare Cristiano Ronaldo, il mio idolo di cui ho lo stesso numero di maglia, il 7, nella finale di Champions League, e vincere. Non mi sento un pazzo. Per me, da ex madridista, sarebbe fantastico”.
Da quando ha esordito nel Real Madrid il 2 ottobre 2011, lei ha sempre fatto tutto presto e bene, benissimo.
“Perché cerco di dare il 100% e sento la fiducia attorno a me. Come è stato con Mourinho, è ora con Benitez. La sua telefonata dell’anno scorso è stata la svolta della mia carriera. Avevo bisogno di continuità, lui me l’ha data”.
Proprio il tecnico aveva profetizzato per lei 20 gol: quest’anno che cosa potrà fare di più?
“Segnarne 21. E servire più assist, più dei 12 di cui sono stato capace nell’ultima annata. Ma soprattutto voglio interpretare ancora meglio il ruolo di esterno”.
D’intesa con Mertens e Insigne avete messo da parte i personalismi…
“E’ la logica del turnover che noi rispettiamo”.
Le ha fatto i complimenti Mourinho per quanto realizzato quest’anno?
“Mi ha telefonato per la nascita di mia figlia India, come Kakà. So che mi segue”.
Ma che effetto le ha fatto sapere dell’ultima offerta di 28 milioni dell’Atletico Madrid?
“Me l’ha detto il mio procuratore”.
Ma il Napoli l’ha dichiarato incedibile.
“Mi ha fatto piacere, perché ci tengo a questa maglia, ho ancora 4 anni di contratto. Mi trovo bene, sento l’affetto della gente”.
Certo, per un ex Real andare all’Atletico…
“Nel calcio mai dire mai, in ogni caso non mi pongo il problema: con Benitez ho la mia libertà e non voglio rinunciarci”.
Che differenze ci sono tra lo ‘Special One’ e Benitez?
“Sono due maestri. Mourinho ha avuto il coraggio di lanciarmi. Benitez mi sta insegnando molto sotto il profilo tattico”.
E ora l’obiettivo è alzare l’asticella e vincere un trofeo che rimanga nella storia, non crede?
Ecco il punto. La differenza con la passata stagione è che adesso abbiamo la consapevolezza della nostra forza e possiamo vincere qualcosa di straordinario. Non abbiamo paura di nessuno. Vogliamo battere la Juve e conquistare la Supercoppa, da ex madridista mi piacerebbe vincere subito contro il Barcellona il 6 agosto in amichevole per dare un segnale a tutti, la finale di Champions è alla nostra portata.
Per lo scudetto le gerarchie sono in discussione dopo il terremoto-Conte?
“Noi faremo il possibile in ogni caso per farle saltare, perché vogliamo migliorare e vincere sempre. Ma Juve, Roma, Milan e Inter daranno battaglia dall’inizio alla fine”.
Dopo un anno in Italia che cosa le è piaciuto di più e meno?
“Mi porto dentro la soddisfazione di aver giocato quasi sempre. La cosa più brutta è stata l’atmosfera della finale di Coppa Italia del 3 maggio, il ferimento e la morte di Ciro Esposito”.
Faccia lei stavolta il profeta al posto di Benitez: che stagione sarà per Higuain?
Gonzalo ha giocato un grande Mondiale, peccato che non abbia potuto gioire del titolo. Ma sono certo che si riprenderà grandi soddisfazioni a Napoli e sarà senza dubbio il prossimo capocannoniere della serie A.
FONTE Gazzetta dello Sport
Articolo modificato 21 Lug 2014 - 11:34