Ci sono nuovi acquisti che necessitano di tempo per impressionare, trovare la forma giusta(spesso a causa di una stazza imponente), entrare nello giusto stato di forma e di conseguenza a far breccia nel cuore dei tifosi. Ci sono poi calciatori come Kalidou Koulibaly.
Potenza ed eleganza – L’impatto dell’ex difensore del Genk ha destato stupore per la semplicità con la quale è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista nei disegni di Rafa Benitez, l’allenatore che coadiuvato dal diesse Riccardo Bigon ha portato Kalidou in azzurro. Fin dai primi giorni di Dimaro, dalla sfida con la Feralpi Salò fino alle partite in salsa greca contro Kalloni e Paok Salonicco, il centrale è stato sempre fra i migliori in campo. Attendiamo un contesto diverso, un avversario di maggior profilo, si diceva, ecco che arriva l’amichevole di lusso contro il Barcellona. Certo, a Ginevra manca Messi, non c’è Neymar nè tantomeno il cannibale Luis Suarez, il Napoli si trova ad affrontare un trio d’attacco formato dai giovani Munir e Rafael Alcantara insieme a Pedrito, ma la platea è di assoluto livello: da Iniesta a Busquets passando per Pique e Jordi Alba c’è tanto del Barça vero allo Stade de Genève . Il giovane francese classe ’91 mette sempre in campo il proprio copione impeccabile. Una sinfonia per Benitez che lo vede duettare da veterano con Raul Albiol. Rapido, scattante e altrettanto potente, efficace nell’anticipo e una sicurezza nel gioco aereo. Ma dato l’avversario(nei secondi 45 minuti arriveranno i promettentissimi Halilovic e Deulofeu ma la musica non cambierà), forse è ancora giusto attendersi sfide più probanti. Ciò che però realmente impressiona di Koulibaly è la personalità, lucidissimo nell’impostazione, sia di destro che di sinistro, dà costante respiro alla manovra, giostrando sempre a testa alta, qualità impagabile in un difensore, e che lascia intravedere quanta stoffa si nasconda dietro i 187 cm per 95 kg di questo colosso francese.
Smussare gli angoli – Cercare un appunto al primo Koulibaly azzurro non è semplice, ma a voler spaccare il capello se c’è una nota che stona negli assoli del francese è forse la troppa irruenza. L’esuberanza del difensore è chiara e dettata dalla sua potenza, una qualità ineluttabile del nuovo difensore partenopeo. Limitarsi negli interventi sarà un crocevia importante per imporsi in un calcio come quello italiano, dove spesso la furbizia dei centravanti di mestiere potrebbe causare qualche cartellino di troppo, sanzioni che nell’economia della stagione potrebbero poi avere un certo peso. Un appunto sul quale un maestro come Benitez non tarderà a battere, per modellare il suo pupillo ad immagine del suo ideale di calcio.
Un precampionato da protagonista foriero di una grande stagione d’esordio? Il preliminare alle porte darà già le prime risposte, gli indizi, ad oggi, sono tutti in unica direzione.
Edoardo Brancaccio
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