Ma quello andato via non era un brocco “solo” per Mazzarri?

Storie di calciomercato, non sarà la prima né l’ultima.

La partenza di Edu Vargas in forma (quasi) definitiva non può non richiedere una piccola riflessione.

Il cileno è stato frequentemente  utilizzato come simulacro delle differenze tra Walter Mazzarri e Rafa Benitez, i due tecnici che hanno raccolto i suoi sogni di gloria napoletani per poi donare loro la stessa amara conclusione.

Problemi di lingua, si diceva, per la mancanza di feeling tra Edu e l’attuale allenatore dell’Inter e quasi sempre addossati a quest’ultimo. Quali invece le motivazioni della bocciatura del cileno da parte di Rafa che con la lingua spagnola dovrebbe saperci fare?

Eppure il suo arrivo a Dimaro fu all’insegna del sorriso ritrovato, della riapertura di quel cassetto contenente le speranze di ritrovarsi in casa un top player, quello stesso cassetto chiuso troppo velocemente da Mazzarri.

Ne è stata ritrovata la chiave ma all’interno nessuna sorpresa: Vargas è sempre lo stesso, quello bravino ma con poca incisività, sia agli ordini impartiti in toscano che a quelli nella sua lingua madre.

La definitiva bocciatura non può trovare una colpa individuale: a Mazzarri va tolto un capo d’accusa, a Benitez forse ne va addossato uno di poco peso, compensabile con un’attenuante: il Napoli ha avuto un “pacco”, non enorme ma grosso, in quel 23 dicembre 2011. Ma esiste sempre il contropacco ed è già  pronto per la prossima estate ai danni del QPR.

Attenzione sempre al contropaccotto

@AntonioManzo

 

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