“I campioni non si fanno nelle palestre. I campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione”: prendete questa frase di Muhammad Ali, poi guardate Gonzalo Higuain, e capirete.
IL CAMPIONE – E’ un momento critico per il Napoli. La vittoria di Genova, arrivata dopo la brutta disfatta di Bilbao, può servire a rasserenare gli animi per qualche momento. E soprattutto, impone alcune riflessioni. Una su tutte: l’importanza di avere in squadra un calciatore del calibro di Higuain. Considerazione scontata? Nient’affatto. L’attaccante argentino, che ha calcato campi importantissimi, aveva suonato la carica già al San Paolo, dopo l’1-1 interno con l’Athletic che aveva compromesso la qualificazione ai gironi di Champions. “Dobbiamo giocare questa competizione”, il messaggio lanciato ai compagni e all’ambiente. Non ce l’ha fatta, mal supportato da una squadra che aveva (ha) evidenti limiti strutturali e di preparazione fisica. E’ arrivato poi il silenzio del San Mamés. Dove, al termine della gara, Higuain non ha proferito parola. Perchè quelli come lui sono abituati a rispondere con i fatti. Attenzione: non necessariamente con i gol. Ma anche con prestazioni che, al di là del risultato personale, fanno scattare in piedi il tifoso per applaudire. Proprio quello che è successo a Marassi: una gara di sacrificio, un assist per il gol di Callejon, una rete sfiorata e tanto lavoro sporco.
CARICA – Gonzalo ci crede. Dopo un’estate rovente in cui il suo nome è stato prima accostato al Barcellona (alzi la mano chi avrebbe rifiutato una proposta del genere); dopo le voci di un suo addio a causa della mancata partecipazione alla prossima Champions League; dopo un groviglio di polemiche che solo l’ambiente napoletano sa creare così bene. E’ ancora qui. Contro tutto e contro tutti. Un campione fa così: cade, si rialza, chiama a rapporto i suoi. Il Napoli, prima della partita, si è stretto in cerchio per caricarsi. Radio spogliatoio racconta come sia stato proprio lui, Higuain, a parlare ai compagni. Non è dato sapere quali sono state le parole, ma di certo avrà toccato le corde del loro cuore. Perchè la squadra vista in campo a Marassi, al di là delle amnesie difensive e degli errori sotto porta, non si è sciolta dopo il pareggio del Genoa, come invece accaduto a Bilbao. Dove gli azzurri hanno perso quella faccia e quella Champions che ora devono riconquistare. Con Higuain al comando sarà un po’ più semplice.
Articolo modificato 1 Set 2014 - 19:13